Due cadaveri umani sono stati ritrovati all’interno di una cavità naturale, nelle vicinanze della fermata della metropolitana Laurentina a Roma in via di Vigna Murata. La scoperta shock è avvenuta lo scorso weekend, da parte di due speleologi che non appena si sono imbattuti nel macabro ritrovamento, hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine.
Scoperta shock vicino alla metro Laurentina: due cadaveri riaccendono le indagini su un possibile duplice omicidio irrisolto
Sull’evento sono scattate le indagini delle autorità competenti, che stanno ora cercando di fare luce su un terribile mistero del passato, una tragedia se non addirittura un omicidio che potrebbe essere stato commesso trent’anni fa.
Il ritrovamento e le prime indagini
L’avventura dal finale inaspettato dei due appassionati speleologi, secondo quanto riportato da Il Messaggero, è iniziata nel pomeriggio di sabato scorso quando la coppia, attrezzata di quanto necessario si è calata all’interno della cavità da via dei Corazzieri.
E’ stata allora, con la luce delle torce ha illuminato qualcosa che è apparso incredibile ai loro occhi, e cioè delle ossa umane. I resti di due individui che erano rimasti sotto il piano della strada da un tempo imprecisato.
Con l’allerta delle forze dell’ordine, i primi ad arrivare sul posto sono stati gli agenti della Polizia Scientifica e del Commissariato Esposizione, che hanno avviato i primi accertamenti sul posto prima della traslazione dei resti.
L’inchiesta per indagare sul ritrovamento
La Procura della Repubblica di Roma ha subito aperto un’inchiesta per indagare sul ritrovamento. Al momento, una delle ipotesi più accreditate è che i resti non siano di interesse archeologico, ma piuttosto legati a un evento criminoso: un possibile omicidio.
Gli investigatori in queste ore stanno letteralmente setacciando gli archivi soprattutto per la prima verifica del caso, e cioè la denuncia di due persone scomparse nella zona.
Sono stati invece i Vigili del Fuoco del nucleo Speleo Alpino Fluviale a recuperare i resti, che saranno ora sottoposti ad approfondite analisi scientifiche per stabilirne l’esatta datazione e cercare indizi utili all’identificazione.
Un processo cruciale per capire se ci si trovi di fronte a un “cold case”, un caso irrisolto che, dopo decenni, potrebbe finalmente vedere una svolta. La speranza è che le nuove tecniche investigative e forensi possano riaprire fascicoli dimenticati e fare giustizia.
Il duplice omicidio tra le ipotesi degli inquirenti
Le prime valutazioni preliminari intanto, suggerirebbero che i resti siano relativamente recenti, con una datazione che si aggira intorno ai 30 anni. Un particolare che è emerso dalle prime osservazioni in particolare dello stato dei denti, da cui emergerebbe che le due vittime fossero giovani al momento del decesso.
Un’informazione di fondamentale importanza, che, tra le ipotesi dell’insolito ritrovamento dei corpi nella cavità, renderebbe quella di un duplice omicidio, la più verosimile.
Mentre un percorso investigativo, segue l’ipotesi della fuga delle due persone da qualcuno, che ha portato la coppia a rifugiarsi in quel luogo angusto, dove poi avrebbe trovato la morte non riuscendo più ad uscire; un’altra atroce teoria, ipotizza che i due giovani sarebbero stati uccisi da qualcuno che poi, per occultare i cadaveri li avrebbe nascosti nella cavità naturale di Via di Vigna Murata.
I resti sono stati trasferiti presso l’Istituto di Medicina Legale della Sapienza, dove esperti forensi li stanno analizzando con tutte le tecniche più all’avanguardia, disposizione, come per l’analisi del DNA e l’esame approfondito delle ossa, per dare un nome e un volto ai due scheletri.