Roma è da anni alle prese con il fenomeno degli insediamenti abusivi, una realtà complessa che si muove tra emergenza abitativa, fragilità sociale e questioni di ordine pubblico. Dalle rive del Tevere alle aree dismesse in periferia, passando per parchi pubblici, edifici abbandonati e aree ferroviarie, il volto nascosto della città eterna racconta storie di marginalità, disagio e spesso invisibilità.
I numeri del fenomeno degli insediamenti abusivi a Roma
Secondo gli ultimi dati forniti dalle autorità locali, a Roma si contano decine di insediamenti irregolari, distribuiti su tutto il territorio cittadino. Alcuni di questi sono temporanei, altri si trasformano in veri e propri micro-villaggi informali, con tende, baracche, stufe improvvisate e reti elettriche abusive. I residenti abusivi sono persone senza fissa dimora, migranti irregolari, ma anche famiglie italiane in difficoltà, spesso escluse dal circuito dell’edilizia popolare.
La risposta delle istituzioni
Le operazioni di sgombero e bonifica, come quella di questa mattina, martedì 6 maggio, ra Ponte Testaccio e Ponte Umberto, sono frequenti e coinvolgono Polizia Locale, Polizia di Stato, operatori sociali e personale Ama. Vengono rimosse tende, rifiuti, giacigli e spesso anche veicoli rubati o materiali pericolosi. Ma questi interventi, pur necessari per il ripristino del decoro e della sicurezza, rischiano di essere azioni tampone, in assenza di politiche strutturali.
Il difficile equilibrio tra legalità e inclusione
Dietro ogni sgombero c’è una questione delicata: come coniugare il rispetto della legalità e del decoro urbano con i diritti delle persone in condizione di estrema vulnerabilità? Le istituzioni, insieme al terzo settore, offrono percorsi di accoglienza e reinserimento, ma spesso il numero di posti disponibili è insufficiente, e non tutti gli occupanti accettano le proposte di aiuto.
Zone critiche e aree sensibili
Tra le aree maggiormente interessate dal fenomeno si segnalano:
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le sponde del Tevere, in particolare tra Ponte Marconi e Ponte Milvio;
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le aree adiacenti alle grandi stazioni (Termini, Tiburtina, Ostiense);
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gli spazi dismessi dell’ex Snia e di Tor Sapienza;
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i quartieri popolari di periferia come Tor Bella Monaca, La Rustica e Corviale.
Prospettive e soluzioni
Le soluzioni richiedono strategie coordinate a lungo termine. Serve, inoltre, una regia unica che coinvolga Comune, Regione, Stato e realtà del volontariato.
In una città come Roma, dove il patrimonio storico convive con le fragilità del presente, il problema degli insediamenti abusivi non può essere ignorato. Non è solo una questione di decoro urbano, ma di dignità umana e giustizia sociale.