Castel Fusano a rischio estinzione per la cocciniglia, Flavio Chigi: “Curo i miei alberi contro la strage”

Lavori in corso nella tenuta Chigi contro la cocciniglia tartaruga che sta uccidendo la pineta di Castel Fusano a rischio estinzione

“Il rischio è che tra due-tre anni la Pineta di Castel Fusano non esista più”. Flavio Chigi lancia l’allarme, l’ennesimo negli ultimi anni. Ma questa volta è particolarmente accorato: La cocciniglia tartaruga sta facendo una strage, bisogna fermarla“. Il Principe Chigi conosce bene il parco che fa parte della Riserva Naturale Statale Litorale Romano. La sua famiglia nobiliare possiede un’area di 33 ettari all’interno della quale sorge l’antico castello Chigi, che maestosamente si erge nella natura secolare.

La cocciniglia tartaruga si riproduce velocemente e passa da un albero all’altro

Il X Municipio sta facendo le spese della “furia” di questo minuscolo insetto dai devastanti effetti. La cocciniglia tartaruga, la tremenda Toumeyella parvicornis, che arriva dal nord America, è microscopica, appena quattro millimetri. A causa delle temperature miti si riproduce alla velocità della luce e passa da un albero all’altro con rapidità. Attacca le piante che cambiano colore, da verdi diventano marroni, e le uccide. Migliaia di pini sono ormai morti e rappresentano anche un rischio per l’incolumità delle persone. Nella tenuta Chigi si lotta con l’endoterapia per strappare a morte certa gli alberi: “Oltre che per salvaguardare un patrimonio naturalistico e storico, è necessario, il prima possibile, intervenire sulla pineta perché rappresenta un problema di sicurezza – spiega a Canale 10 Flavio Chigi – Gli esemplari morti vanno eliminati perché sono pericolanti”.

Flavio Chigi: “Salviamo il salvabile velocemente”

Castel Fusano a rischio estinzione per la cocciniglia, Flavio Chigi: “Curo i miei alberi contro la strage" 1
Il trattamento di endoterapia contro la cocciniglia tartaruga in corso nella tenuta Chigi

Intervenire in che modo? “Le piante compromesse devono essere tagliate e portate via, nel frattempo bisogna curare le altre che si possono ancora salvare con tempestività. Se questo non viene fatto non ci sarà scampo per gli alberi“, continua il Principe che rivela: I trattamenti endoterapici all’interno della mia tenuta sono fatti a mie spese, assicuro che i costi sono molto elevati: quello effettuato in questi giorni è il quarto in poco tempo. Il patogeno è arrivato da fuori, vuol dire che la pineta ormai è infestata e la situazione è fuori controllo”.

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Flavio Chigi da anni, costantemente, sollecita le Istituzioni ad affrontare il problema una volta per tutte, mettendo in campo le misure necessarie per salvare la pineta di Ostia. Quattro anni fa ho chiesto al Comune di Roma, al Dipartimento Ambiente e alla Commissione di riserva, istituita dal Ministero dell’Ambiente, di tagliare gli alberi morti. Una richiesta supportata dalla relazione di esperti. Non sono mica pazzo, abbattere i pini significa deturpare la bellezza naturalistica del luogo, la particolare fauna rende speciale Castel Fusano. E avere anche ripercussioni economiche. Da nessuno ho ricevuto una risposta e così abbiamo perso tanto tempo: la cocciniglia si è diffusa velocemente. Sono stato costretto a fare ricorso al Tar per l’autorizzazione al taglio e per chiedere i danni causati nella mia proprietà. Se avessi avuto l’opportunità di intervenire quattro anni fa la situazione oggi sarebbe diversa”.

Persi negli ultimi tempi 12mila alberi a causa degli incendi e della cocciniglia

L’aggressione della cocciniglia, che si aggiunge agli incendi che hanno bruciato ettari e ettari di pineta negli ultimi anni, rischia di distruggere definitivamente il Parco Urbano Pineta di Castel Fusano che dal 1980 è un’area protetta della Regione Lazio e, dal 1996, fa parte della Riserva Naturale Statale Litorale Romano. Con una superficie di quasi mille ettari è la più ampia area verde di Roma. I numeri diffusi da Legambiente Lazio sono sorprendenti e preoccupanti allo stesso tempo: la pineta ha perso 12mila alberi negli ultimi tempi. “Privarsi di un patrimonio del genere, bene comune di tutti i cittadini, significa cambiare drasticamente il paesaggio e privarsi di un gioiello naturalistico, storico e culturale – conclude Flavio Chigi – i pini secolari davanti il castello sono tutti bruciati”.

Lo scorso marzo il Comune di Roma ha messo in atto alcuni interventi di trattamento endoterapico sui Pinus Pinea. Sono purtroppo provvedimenti spot che non risolvono il problema. Sono un palliativo che non cura e poi guarisce il malato.

La cura possibile

Che sia possibile salvare i pini attaccati dalla cocciniglia tartaruga è dimostrato dallo stato di salute degli alberi che si trovano all’interno del perimetro degli Scavi archeologici di Ostia. La Sovrintendenza esegue puntualmente le terapie necessarie e il risultato è che non si registrano morie massicce come, invece, è accaduto nella Tenuta presidenziale di Castelporziano, nel parco di Castelfusano e nella pineta di Ostia Procoio.