I pensionati ex dipendenti possono tornare a lavorare nella P.A.: ecco come

I pensionati ex dipendenti possono tornare a lavorare nella P.A. a determinate condizioni

I pensionati possono tornare a lavorare nella P.A. per svolgere determinati tipi di incarichi retribuiti. Lo ha stabilito una recente decisione della Corte dei Conti del Molise cui si è adeguato anche l’Inps aggiornando le norme che disciplinano il riconoscimento dell’indennità di malattia a favore di chi ha optato per il rientro.

I pensionati ex dipendenti possono tornare a lavorare nella P.A. a determinate condizioni

Ratio della deliberazione n. 34 del 4 marzo 2025 adottata dai magistrati contabili molisani è di consentire, a chi ha lasciato il lavoro pubblico per raggiunti limiti di età, di svolgere mansioni finalizzate allo svolgimento di attività di formazione, affiancamento e assistenza all’interno della P.A.

L’obbiettivo è di valorizzare le competenze di chi ha già concluso il proprio percorso professionale a vantaggio dei giovani subentrati nella pianta organica, e di fornire loro competenze utili ad accelerare i processi di apprendimento a favore dell’efficienza e della razionalizzazione delle funzioni svolte.

La deliberazione della Corte dei Conti del Molise è innovativa, perché si inserisce nel solco di una precedente sentenza che consente di aggirare il principio per il quale i pensionati sono esclusi, tout court, dalla possibilità di assumere incarichi retribuiti nella P.A., soprattutto se si tratta di ruoli di tipo dirigenziale o di consulenze.

Come spesso accade, a causa dei continui tagli alle spese per il personale imposti nel rispetto dei vincoli imposti dal rispetto del Patto di stabilità, i vuoti che si aprono nella pianta organica degli enti pubblici vengono colmati anche mediante il reclutamento di chi ha acquisito una lunga esperienza nello stesso settore.

La decisione mira a valorizzare l’esperienza dei pensionati, consentendo loro di contribuire attivamente alla formazione e all’affiancamento dei neoassunti, senza più incorrere in conflitti normativi o etici.

Il caso di specie

Il caso di specie, trattato nella decisione della Corte dei Conti del Molise, è stato sollevato dal sindaco di un comune della regione che voleva conferire un incarico retribuito a un ex dipendente dell’amministrazione locale, ormai in pensione, per fargli svolgere attività di formazione operativa, affiancamento, supporto e assistenza al personale neoassunto per un periodo di un anno, e con un compenso complessivo di circa 28.000 euro.

La Corte ha accolto l’istanza precisando che l’incarico deve essere temporaneo e di supporto agli impiegati in servizio, limitato alla trasmissione delle conoscenze acquisite durante il servizio attivo, e a condizione che il nuovo rapporto di lavoro sia temporaneo e senza che vengano attribuiti ruoli direttivi o di responsabilità gestionale.

La circolare Inps sull’indennità di malattia

Poiché il richiamo del personale pubblico in quiescenza per l’affiancamento dei nuovi assunti non è raro, anche l’Inps ha aggiornato le disposizioni sul riconoscimento dell’indennità di malattia per i pensionati che riprendono un’attività lavorativa alle dipendenze della P.A.

L’istituto previdenziale ha diramato la circolare n. 57 dell’11 marzo scorso in cui è stabilito che il pensionato in attività ha diritto all’indennità a condizione che il datore di lavoro versi la quota a esso spettante e che il destinatario dell’incarico non sia iscritto alla gestione separata, vale a dire al fondo previdenziale cui sono obbligati ad aderire i lavoratori autonomi e i liberi professionisti.

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