La condanna per appropriazione indebita inflitta a Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, continua a generare onde d’urto ben oltre i confini francesi. La recente diffusione di un video, interpretato come una dimostrazione di indifferenza alla sentenza, ha riacceso il dibattito sulla sua figura e sul suo futuro politico, finendo per assumere una piega inaspettata, con atti vandalici e parole di odio sfogate sui muri del quartiere Garbatella, e in particolare della Parrocchia di San Francesco Saverio.
Atti vandalici alla Garbatella, il parroco: “Vengano di persona a chiedere scusa e a riparare. Li perdoneremo solo faccia a faccia”
L’eco della condanna di Le Pen ha raggiunto la Garbatella, dove i muri appena restaurati della Parrocchia San Francesco Saverio sono stati imbrattati con scritte offensive.
Un atto vandalico che ha suscitato sdegno e amarezza nel parroco, che ha espresso la sua indignazione sui social media: “In giorni così delicati, ci tocca anche questo”, ha scritto, denunciando la brutalità di un gesto che costringerà la comunità parrocchiale a sostenere le spese di riparazione.
Un danno economico che, come sottolinea il parroco, avrebbe potuto essere evitato e destinato ai più bisognosi del quartiere.
L’atto vandalico, che sembra richiamare le polemiche sulla condanna di Marine Le Pen, appare del tutto slegato dal contesto locale e privo di qualsiasi logica: “Una totale mancanza di ogni limite, anche nei confronti dei “codici non scritti dei writer”, che generalmente evitano di imbrattare luoghi di culto, e che ancora di più in questi giorni dovevano essere rispettati”.

L’appello alla responsabilità
Il parroco ha lanciato un appello alla responsabilità, invitando i responsabili a presentarsi per chiedere scusa e riparare il danno. Un gesto di riparazione che, sottolinea, sarebbe un segno di umanità rimasta:
Nel frattempo, ha ringraziato i cittadini che si sono offerti di contribuire alla riparazione, dimostrando la solidarietà e il grande cuore della comunità della Garbatella. La vicenda, che intreccia politica internazionale e vandalismo locale, solleva interrogativi e indignazione sulla natura della protesta e sulla sua legittimità. Un atto di vandalismo che, al di là all’opinione politica, resta un gesto distruttivo.