Il confronto tra le mappe ferroviarie di Roma del 1905 e del 2025 svela una realtà sorprendente e allo stesso momento allarmante. Basta uno sguardo per cogliere una verità scomoda: nel 1905 c’erano più binari in funzione di oggi. Il paradosso è che nel Lazio oggi ci sono meno ferrovie di 120 anni fa.
Nel Lazio meno ferrovie di 120 anni fa: mancano collegamenti con Ciampino e tra Ostia e Fiumicino
Uno studio di “Mobilità sostenibile VIII” – spazio social nato con il proposito di sensibilizzare la cittadinanza sui temi della mobilità sostenibile e della riqualificazione degli spazi urbani – mette a confronto due mappe lontanissime nel tempo. Il quadro che ne emerge è sconcertante.
Nel 1905 la linea per Tivoli era già doppia, si poteva completare l’intero giro dei Castelli in treno, e arrivare fino a Fiumicino su rotaia. La struttura della rete ferroviaria italiana, ancora oggi, è figlia dell’Ottocento, con l’unica eccezione dell’Alta Velocità, introdotta dopo un secolo di immobilismo.
Negli anni Cinquanta, con l’avvento della motorizzazione di massa, molte tratte sono state soppresse o smantellate del tutto. E tutto questo mentre la popolazione dell’area metropolitana di Roma è decuplicata.
La rete ferroviaria attuale si basa su un impianto ottocentesco modificato solo dall’Alta Velocità
Risultato? La mobilità urbana e metropolitana continua a fare affidamento su un sistema ferroviario concepito per le esigenze di un’epoca lontana, quando i treni andavano ancora a vapore.
E’ sotto gli occhi di tutti come l’offerta del trasporto su ferro sia del tutto inadeguata, rispetto alle necessità e rispetto alle potenzialità. Questa carenza porta all’uso massiccio delle auto private e contribuisce al boom dei centri commerciali, destinazioni facilmente accessibili in macchina.
Nel commentare questi dati si osserverà che nel 1905 la ferrovia, in assenza dell’automobilizzazione di massa, era il mezzo più rapido per spostarsi dentro la regione e fuori. È vero così come è altrettanto vero che, però, la popolazione è cresciuta a dismisura, più che quadruplicata. Il censimento del 1905 assegna al Lazio 1.252.258 residenti, quello del 2019 ne fa registrare 5.879.082.
Carenza di infrastrutture e collegamenti
Cosa manca, dunque? Roma e il Lazio risentono dell’assenza di infrastrutture cruciali:
- anello ferroviario,
- stazioni in quartieri e centri abitati lungo le linee esistenti (come a Pomezia e Latina, le cui stazioni omonime servono aree rurali distanti),
- collegamenti diretti con l’aeroporto di Ciampino,
- una linea Ostia-Fiumicino.
Manca una rete di linee tangenziali, e così tutto si riversa su Termini, ogni giorno più congestionata.
Anche l’integrazione tra le stazioni ferroviarie esistenti e le linee della metropolitana lascia a desiderare. Spesso i collegamenti non sono ben segnalati, quasi fossero due sistemi di trasporto alieni l’uno all’altro.
Nonostante le promesse di investimenti, gli interventi sono limitati, insufficienti a colmare un ritardo di 120 anni.