Viene descritto come molto scosso e provato Mark Antony Samson, reo confesso dell’omicidio della sua ex fidanzata Ilaria Sula, uccisa con tre coltellate al collo in casa di lui al quartiere Africano e abbandonata in una valigia in fondo a un dirupo a cinquanta chilometri da Roma. Questa mattina il giovane ha incontrato i suoi difensori nel carcere di Regina Coeli, dove è detenuto.
Mark Samson, assassino reo confesso dell’ex fidanzata Ilaria Sula, ha incontrato a Regina Coeli i suoi legali
I pm di Roma, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, gli contestano le accuse di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e occultamento di cadavere.
La madre di Samson è invece indagata per concorso in occultamento di cadavere: messa alle strette ha confessato di aver ripulito il sangue in casa.
Al via le operazioni peritali
Inizieranno, intanto, questo pomeriggio le operazioni peritali sui dispositivi sequestrati nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio.
L’esame, disposto dalla Procura di Roma, riguarderà il tablet e il computer della vittima e il cellulare di Samson. La famiglia di Ilaria Sula ha nominato un proprio consulente che assisterà alle operazioni i cui esiti sono attesi nelle prossime settimane.
Nell’inchiesta altri due sospettati
Le indagini sul delitto, però, non sono chiuse. Gli inquirenti vogliono capire se qualcuno abbia aiutato Samson a disfarsi del cadavere, messo in una valigia e caricato su un’auto prima di essere gettato. Le attenzioni sono concentrate su due amici del giovane.
Il sospetto è che altre persone, oltre alla madre, potrebbero aver aiutato Mark Samson nelle fasi successive al femminicidio avvenuto la notte del 25 marzo nell’appartamento dei Samson in via Homs, nel quartiere Africano.
ll telefono della ragazza ha continuato a trasmettere il segnale anche nei giorni successivi al delitto, fino a quanto non è stato gettato in un tombino in viale Jonio, a poca distanza da casa dell’ex fidanzato, assassino re confesso.
E dal segnale qualcosa non torna. Il 26 marzo, quando il ventenne getta la valigia col corpo in un dirupo delle valli di Capranica Prenestina a più di cinquanta chilometri da Roma, il telefono si muove molto più lentamente rispetto alla macchina con cui l’indagato trasporta il corpo.
“Forti dubbi che abbia potuto agire da solo”
Per questo motivo scrive il gip nell’ordine di arresto “la dinamica dell’occultamento del cadavere della povera Ilaria non risulta del tutto chiara, anche per il ruolo assunto dai genitori o da terze persone”.