Tra i tanti punti ancora oscuri dell’omicidio di Ilaria Sula ce ne è uno cruciale: l’assassino è stato aiutato a far sparire tracce e cadavere? E eventualmente da chi?
Omicidio di Ilaria Sula: chi ha aiutato Mark Samson? La madre dell’assassino oggi convocata in procura
La prima ricostruzione dell’omicidio apre una scia di sospetti su cui gli inquirenti ora stanno cercando di far luce rileggendo dichiarazioni e tracce.
La prima ricostruzione
Mark Samson ha ucciso Ilaria Sula la notte del 25 marzo nell’appartamento di 50 metri quadrati in via Homs, nel quartiere Africano, mentre i genitori erano in casa. Poi l’ha impacchettata in due grossi sacchi, l’ha infilata in una valigia e gettata in un dirupo tra Capranica Prenestina e Poli.
L’accoltellamento mortale in un appartamento dove insieme all’arma del delitto sono sparite quasi tutte le tracce, tranne alcune macchie di sangue rilevate dagli uomini della Polizia Scientifica.
La madre convocata a piazzale Clodio
Oggi, nel primo pomeriggio, toccherà alla mamma di Mark, Norz Manlapaz, presentarsi a piazzale Clodio con un legale. In questa prima fase i magistrati titolari dell’inchiesta potrebbero contestarle il concorso in occultamento di cadavere assieme al figlio.
La seconda ricostruzione
Mark, accusato di omicidio volontario aggravato dalla relazione (anche se finita) con la vittima, nella seconda versione fornita del delitto ha sostenuto di avere perso la testa per gelosia, quando la mattina del 26 marzo, dopo la notte passata insieme, ha visto sul telefono di Ilaria i messaggi di un altro ragazzo che lei avrebbe ammesso di frequentare (circostanza questa smentita dalle indagini).
Ora le attenzioni degli investigatori della Squadra mobile sono concentrate sul computer e i telefonini del ragazzo per verificare quali ricerche abbia fatto prima e dopo il delitto ma anche il tenore delle conversazioni tra lui e la vittima.
Agli atti, intanto, è finita la testimonianza di un’amica della ventenne, secondo la quale, proprio il 25 marzo, quando Ilaria era già uscita senza fare mai più ritorno, Samson si sarebbe presentato nell’appartamento che la vittima divideva con altre studentesse per tentare di di portare via il suo pc, scattando anche foto a più schermate.
La verità insomma va ancora del tutto chiarita e Mark Samson non si è mostrato troppo collaborativo. Davanti all’evidenza ha ammesso solo di essere l’assassino al momento del fermo con la polizia, per poi rilasciare solo poche dichiarazioni davanti ai magistrati in sede di convalida dell’arresto, evitando l’interrogatorio.
La data del delitto
Gli inquirenti sono convinti che Ilaria sia stata uccisa la sera del 25 marzo, la sera stessa della sua sparizione. Sarebbe arrivata a casa dell’ex fidanzato poco prima delle dieci per restituirgli alcuni vestiti, forse su richiesta di lui.
Nella prima confessione, Mark, che ha indicato agli investigatori il luogo nel quale aveva gettato il corpo, aveva sostenuto che i genitori stessero dormendo. Dichiarazioni, però, non utilizzabili nel processo visto che sono state rese in assenza di un avvocato di fiducia.
Tanto più che davanti al gip Samson ha cambiato versione. Lì ha sostenuto di avere ucciso la mattina del 26, poco dopo le 11, e di avere ripulito da solo. Salvo poi avvalersi della facoltà di non rispondere proprio sulla posizione dei genitori. Il caso, insomma, non è chiuso.