“Da martedì inizierò lo sciopero della fame e anche della sete se i medici me lo consentiranno: mi opporrò alla demolizione dell’Oasi Naturista, fosse pure l’ultimo gesto della mia vita”. Veronica Ciotoli, iniziatrice con il marito Sandro della prima spiaggia in Italia dedicata istituzionalmente alla pratica del naturismo, martedì pomeriggio sarà davanti alla scalinata del Campidoglio per iniziare lo sciopero della fame. E con lei ci saranno tanti nudisti, frequentatori storici del tratto di costa posizionato al km 9,000 della via Litoranea.
Mobilitazione per salvare l’Oasi Naturista: dopo 25 anni di attività, approvata dal Consiglio Comunale, il Campidoglio vuole demolire sostenendo che si tratta di un abuso
Il Campidoglio ha fatto sapere (attraverso i giornali e senza una notifica ai diretti interessati) che demolirà l’Oasi Naturista. Evidentemente tutti gli atti emessi dalla medesima amministrazione capitolina, Consiglio Comunale e sindaco Francesco Rutelli in primis, fin dal 1999, sono considerati carta straccia. Esattamente il 18 giugno 2000 Rutelli era a Capocotta con l’allora assessora all’Ambiente Loredana De Petris a tagliare il nastro del punto-ristoro rimasto intatto così com’era, realizzato a spese degli attuali gestori con una spesa di 135 milioni di lire che il Campidoglio ha defalcato solo in parte dai canoni concessori, pagati regolarmente per 25 anni. Il chiosco era stato realizzato sotto le direttive tecniche degli Uffici del Comune di Roma in attuazione di una delibera di Consiglio Comunale, la nr 104 del 22 luglio 1999.
“L’Oasi Naturista nasce come costola del Lotto D di Capocotta che andò a fuoco – racconta Veronica Ciotoli – Venne scorporata dal chiosco Porto di Enea e ottenemmo i pareri favorevoli non solo dal Dipartimento IX del Comune di Roma ma anche della Riserva del Litorale e della Asl. La Capitaneria di Porto non solo ha mai rilevato abusi ma non ha avuto bisogno di intervenire neanche per soccorsi in mare che abbiamo operato sempre noi: garantiamo il salvataggio non solo d’estate ma anche quando c’è sole fuori stagione perché i naturisti vengono sulla spiaggia tutto l’anno”.

Nel novembre 2024 l’ordine di sgombero da parte del Campidoglio ai gestori che hanno presentato ricorso al Tar chiedendo non la sospensiva ma di entrare subito nel merito: ancora deve essere fissata l’udienza. “Nessuno dei tecnici del Comune di Roma è venuto qui, sul posto, per verificare la consistenza degli spazi” contesta Ciotoli.
Così, mentre Le Monde ha inserito l’Oasi Naturista di Capocotta come una delle più belle spiagge italiane (in assoluto, non solo di nudisti) dal Campidoglio la macchina amministrativa si è messa in moto per procedere alla demolizione del chiosco entro la prossima Pasqua. E da martedì 8 aprile Veronica Ciotoli inizierà lo sciopero della fame e, se le sue condizioni di salute lo consentiranno, anche della seta.
La posizione dei naturisti
“Il Campidoglio sta commettendo una enorme sciocchezza con questa impuntatura” osserva Marzio Bonomo dell’Anoca, (Associazione Naturisti Oasi di Capocotta) che ha diffuso il seguente comunicato sulla vicenda.
“L’Anoca, formata dai frequentatori dell’Oasi in ogni stagione dell’anno sin dall’epoca della sua istituzione nel 1999, ha convocato per domani 5 aprile ore 11,30 presso la sede lungo il litorale di Capocotta una conferenza stampa per illustrare il punto di vista dell’Associazione circa il contenzioso con il Comune di Roma sulla necessità o meno dell’abbattimento della bellissima struttura esistente da 25 anni e splendidamente inserita nel sistema dunale.
Questa struttura totalmente in legno – e dunque senza un solo grammo di cemento – è caratterizzata da camminamenti e balaustre perimetrali in legno, che permettono da sempre l’accesso a frequentatori portatori di handicap, ed è concepita per un insediamento “in punta di piedi” nella cornice di Capocotta. Per noi tutti, naturisti o non, un punto essenziale nella scelta di quel luogo. Non di rado capita di vedere con le mareggiate invernali i resti di strutture vicine, edificate all’epoca abbondando uso di ferro e cemento, inidere di assoluto rispetto. I gestori dell’Oasi praticano prezzi alla portata di tutti (i… e non un ristorante stellato, tendenza a cui nessuno pare sfugga …), tengono accuratamente recintata la zona dunale e puliscono la spiaggia dodici mesi l’anno. In questi anni di frequentazione nel noi stessi stati testimoni di innumerevoli salvataggi da parte dei gestori, anche in epoche in cui la spiaggia non era gestita formalmente dal Comune e priva di bagnini. In ultimo, quando la pratica del naturismo, inteso come pratica “interclassista”, nella sua espressione più naturale e salubre, era un fenomeno totalmente nuovo, la famiglia Lauri – Ciotoli (gestori sin dall’inizio) ha tenuto a debita distanza coloro che non si comportavano in maniera confacente, permettendo così alle famiglie di godere dell’agognata tranquillità.
Non ultimo, intendiamo sottolineare che per i frequentatori non vi è alcun obbligo di ricorrere ai minimi servizi offerti, ognuno è dunque libero di piantare il proprio ombrellone dove più gli aggrada. Il reciproco rispetto è la formula magica, accettata tacitamente da tutti.
Senza voler entrare – ovviamente – nel merito delle competenze ed attribuzioni esclusive del Comune di Roma, vien da dire che pensare di abbattere nell’imminenza della stagione estiva l’attuale manufatto per ricostruire una nuova struttura da dover necessariamente mettere a bando, cozza contro i più elementari ragionamenti di logica e di buon senso. Calendario alla mano siamo oramai ad aprile e non è mistero che la stagione balneare inizi al primo raggio di sole…
Ciò che chiediamo è di riflettere sulle modalità e sui tempi di questa corsa contro il tempo, che andrà ad azzerare il più che ventennale lavoro di una famiglia e dei suoi collaboratori e privi noi frequentatori abituali – con tutti gli ospiti che giungono a Roma, anche e soprattutto nell’anno giubilare – di quel minimo di servizi e di sicurezza.
Siamo disponibili ad ogni confronto volto ad esporre la specificità della pratica del naturismo balneare a Roma e non di meno a far valere le nostre istanze, nessuna delle quali dettate da alcun interesse economico. Siamo certi che una giunta “progressista” vorrà porre attenzione ai suoi cittadini romani, questa volta riuniti nel non trascurabile “popolo” dei frequentatori dell’Oasi“.
Servizio video di Paolo Leone.