Il Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) di Roma ha convalidato il fermo di Mark Antony Samson, l’ex fidanzato di Ilaria Sula e reo confesso dell’efferato omicidio della studentessa, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e, soprattutto, le misure cautelari nei confronti del 24enne, che impongono ora più che mai, la sua permanenza dietro le sbarre.
Nella confessione di omicidio dell’ex di Ilaria Sula, ancora delle zone d’ombra
L’uccisione della giovane studentessa 22enne scomparsa da Roma lo scorso 25 marzo e ritrovata orribilmente occultata in una valigia in un dirupo boschivo del territorio di Poli, ha trovato una prima, fondamentale risposta dalla giustizia.
La decisione del Gip, giunta al termine dell’interrogatorio di convalida avvenuto nel carcere di Regina Coeli, non lascia spazio a dubbi sulla gravità del quadro indiziario a carico del giovane.
Il magistrato ha infatti ravvisato concreti e attuali “pericoli di fuga, di reiterazione del reato, e di inquinamento di prove”, motivazioni che rendono imprescindibile ora, la misura della custodia cautelare in carcere per Mark Antony Samson.
Nella confessione agghiacciante ancora delle ombre
Durante il lungo interrogatorio davanti al Gip, il ragazzo, al quale i pubblici ministeri, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, contestano i gravissimi reati di omicidio volontario aggravato dalla pregressa relazione affettiva con la vittima e di occultamento di cadavere, ha fornito la sua versione dei fatti.
Un messaggio ricevuto sul telefono della studentessa, avrebbe scatenato la furia dell’ex
Un racconto che, pur nella sua crudezza, presenta ancora zone d’ombra e aspetti da chiarire, e che dovrà essere meticolosamente vagliato dagli inquirenti.
Il 24enne ha raccontato di aver ucciso Ilaria la mattina del 26 marzo, all’indomani dell’arrivo della ragazza nel suo appartamento di via Homs. Secondo la sua ricostruzione, Ilaria si sarebbe presentata la sera precedente per restituirgli alcuni effetti personali, decidendo poi di fermarsi a dormire a causa dell’ora tarda.
Al risveglio, la lettura di un messaggio giunto sul telefono della studentessa avrebbe scatenato la sua furia omicida, portandolo a scagliare due fendenti contro la vittima, con un coltello che aveva portato in camera per fare colazione.
L’arma e il telefono di Ilaria Sula ancora non si trovano
Il racconto del reo confesso è poi proseguito con la descrizione del tentativo di cancellare le tracce dell’orrore. L’arma del delitto, e il un sacco contenente il tappeto e gli stracci utilizzati per ripulire la scena del crimine, sarebbero stati gettati in un cassonetto del quartiere africano, ma ancora non si trovano.
Stessa sorte per il telefono cellulare di Ilaria, che il ragazzo avrebbe dichiarato di aver fatto cadere in un tombino. Proprio in quel dispositivo c’era la ricostruzione degli ultimi momenti di vita della giovane.
La verità potrebbe nascondersi tra i dati nel telefono di Samson e il computer di Ilaria.
Proprio dal computer, la ragazza utilizzava anche l’applicazione di messaggistica WhatsApp, e saranno cruciali ora le analisi tecniche su questo dispositivo e il telefono cellulare del reo confesso, per confrontare la confessione del ragazzo con gli elementi oggettivi che ne scaturiranno.
Sulla presenza dei genitori Mark Antony Samson si è avvalso della facoltà di non rispondere
Un altro aspetto fondamentale sul quale le verifiche delle celle telefoniche potrebbero fornire risposte, è la presenza dei genitori di Samson nell’appartamento al momento del delitto.
Il coinvolgimento della madre e del padre dell’accusato, sono uno degli aspetti ombra sui quali il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere