E’ stato un raduno all’insegna della democrazia, della protesta e della rivendicazione della dignità. Un appuntamento al quale hanno preso parte 500 persone (dato della Questura, 800 per gli organizzatori) che si è concluso con il lancio di una serie di iniziative.
Dopo le dichiarazioni dell’ex prefetto Franco Gabrielli sull’ingiusto commissariamento oltre cinquecento persone si incontrano per chiedere giustizia. L’invito al Capo dello Stato, Sergio Mattarella
Gli organizzatori di Giustizia per Ostia che hanno dato vita alla fiaccolata di ieri, martedì 2 aprile, hanno rilanciato. La protesta “armata” di sole fiaccole, è stata accompagnata dagli interventi di Claudia Martucci che ha letto il comunicato redatto dall’organizzazione di volontari, dell’avvocato Guido Pascucci (legale dello Sportello anti-usura di Ostia intervenuto nei processi contro gli arrestati del X municipio), di Rosario Vitarelli (a capo della Divisione anticrimine della Questura di Roma per 8 anni, per altri 8 dirigente del Commissariato di Polizia di Ostia e infine responsabile dell’Osservatorio della legalità della Regione Lazio) e del giornalista Giulio Mancini (direttore di canaledieci.it).
Riassunto cosa è accaduto per effetto di un commissariamento ingiusto e deciso politicamente, si è passati alle proposte. E’ iniziata una raccolta di firme per chiedere in Parlamento una Commissione d’inchiesta sulle procedure che hanno portato al Commissariamento del 2015, si valuterà una class action per chiedere il riconoscimento dei danni economici e morali subiti per l’equazione ostia=mafia e, infine, si è invitato ad una passeggiata riconciliatoria sul Pontile il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, indotto in errore da una relazione che ha omesso le responsabilità del Campidoglio e di tutti gli altri municipi nella penetrazione della criminalità organizzata all’interno della macchina amministrativa romana.
La nota del Comitato Giustizia per Ostia
Molti di voi sanno quali sono le ragioni che ci hanno portato in strada oggi, pacificamente ma indignati e offesi. Per chi, invece, si chiede per quale motivo cittadini comuni si sono dati appuntamento nel Centro storico di Ostia, spieghiamo che a motivarci è la rabbia che hanno suscitato le dichiarazioni dell’ex Prefetto di Roma, divenuto Capo della Polizia, Franco Gabrielli. In un evento pubblico ha riferito che dieci anni fa, nel 2015, al momento di decidere l’eventuale commissariamento di Roma per le note vicende di Mafia Capitale, si decise impiegando un artificio giuridico, una specie di “supercazzola” per dirla con le stesse parole di Gabrielli. Commissariare l’intero Comune di Roma, dove erano evidenti le infiltrazioni mafiose all’interno della macchina amministrativa, avrebbe significato un ritorno d’immagine negativo tanto da incidere con il 2% del Prodotto Interno Lordo Nazionale.
Per questo, d’intesa con il Governo, si decise di commissariare il Municipio di Ostia, ente non autonomo sul piano amministrativo, nel quale erano stati eseguiti due arresti per corruzione e non per atti mafiosi, struttura politica peraltro già dimessasi tre mesi prima. Le conseguenze di quella decisione sono a noi tutti ben note: l’equazione Ostia uguale mafia ha inciso pesantemente sull’immagine data indistintamente di questa città nel mondo. Il risultato è stato il crollo di qualsiasi forma di turismo, una svalutazione delle proprietà, un’offesa alla dignità di chi vive e lavora a Ostia.
Scendiamo in piazza per rivendicare il diritto alla nostra dignità e al rispetto verso di noi. Il nostro è un movimento cittadino, un comitato spontaneo, senza fini né obiettivi se non quello di accendere una luce su quanto stiamo tutti pagando per quella manovra dettata da giochi politici e di mercato. Ostia e il suo entroterra sono stati calpestati da chi ha colto l’occasione per punirci indiscriminatamente, per relegarci all’invisibilità. Ostia è stata una pedina sacrificabile, per la quale anche i cittadini onesti sono stati bullizzati e emarginati. La nostra comunità è stata gettata in un frullatore ideologico senza possibilità di scampo.
Chi siamo? Questo comitato è nato sull’esempio del movimento “Basta Commissariamento” che nel 2017 portò in piazza quasi mille persone perbene, additate dai professionisti dell’antimafia con accuse infamanti. Solo perché protestavamo non solo per il prolungamento del commissariamento di sei mesi oltre il limite fissato, pur non sussistendo più i requisiti di imputazione per mafia, ma perché sapevamo già allora quello che lo stesso Franco Gabrielli conferma oggi. Illeciti che dagli organi deputati alla tutela dei cittadini onesti non ti aspetti e che hanno indotto in errore persino il Presidente della Repubblica, al quale va il nostro rinnovato rispetto come garante delle istituzioni.
E’ un fatto che quelle istituzioni, però, sono state violentate scientemente, minando il patto di fiducia che dovrebbe tenere vivo l’orgoglio di appartenere a una comunità che crede nella democrazia.
Da quel giorno Ostia è vista come un problema e non come una risorsa. Le sue comunità – Ostia, Ostia Antica, Acilia, Casal Palocco, Infernetto, Malafede, Castel Fusano, Castel Porziano, Giardino di Roma – sono vive, forti, e meritano di scrivere il proprio futuro insieme con le istituzioni in un patto di reciproco rispetto.
Siamo indipendenti! Siamo liberi da qualsiasi vincolo politico e respingiamo qualsiasi tentativo di strumentalizzazione. Ci muove esclusivamente il desiderio di dare voce a tutti quei cittadini onesti che lavorano, che producono, che studiano e si impegnano ogni giorno e che da 10 anni subiscono l’onta di accuse che includono e danneggiano tutti, senza distinzioni, solo perchè c’è chi ha deciso che Ostia è Mafiosa.
Chiediamo Giustizia Per Ostia e attendiamo un gesto di recupero di garanzia da parte delle istituzioni per una riconciliazione che rilanci il prestigio di una città che chiede più risorse, più attenzioni, più rispetto e dignità.
Foto di Gaetano Di Staso.