“Stiamo morendo di fame”: attivisti assaltano l’ingresso del Ministero dell’Agricoltura (VIDEO)

Scarti di verdura gettati all'ingresso del Ministero per denunciare l'immobilità del Governo: attivisti gridano la crisi degli agricoltori italiani 

“Stiamo Morendo di Fame”. Queste le parole gridate stamattina da un gruppo di attivisti davanti al Ministero dell’Agricoltura, per dare con forza una voce agli Agricoltori Italiani, definiti come “ostaggi di un sistema iniquo” che denunciano l’Inazione del Governo.

Scarti di verdura gettati all’ingresso del Ministero per denunciare l’immobilità del Governo: attivisti gridano la crisi degli agricoltori italiani

L’Accorato grido di allarme degli agricoltori italiani ha così risuona davanti all’ingresso del Ministero dell’Agricoltura, come culmine della tensione nel settore agricolo arrivato ormai a livelli di crisi.

Per questo, stamattina, un gruppo di sette attivisti appartenenti alla campagna “Il Giusto Prezzo” di Ultima Generazione, ha inscenato una protesta eclatante davanti al palazzo di via Venti Settembre.

Scarti di verdura gettati all’ingresso per denunciare l’immobilità del Governo

L’azione, simbolica quanto eloquente, ha visto i manifestanti depositare scarti di verdura sull’ingresso del Ministero e srotolare striscioni con le inequivocabili scritte “Ultima Generazione” e “Giusto Prezzo” con l’obiettivo  di denunciare “l’immobilità del Governo Meloni”, di tutelare concretamente il futuro dell’agricoltura italiana, un settore vitale per l’economia e l’identità del Paese.

Gli agricoltori italiani rischiando il baratro

Secondo gli attivisti e una crescente fetta di addetti ai lavori, la retorica che dipinge un’immagine idilliaca del “contadino-patriota”, di un’agricoltura eroica e baluardo della sovranità alimentare, si sta violentemente scontrando con la dura realtà che gli agricoltori si trovano ad affrontare quotidianamente.

L’azione concreta a sostegno di chi lavora la terra appare insufficiente, se non addirittura assente.

L’agricoltura italiana versa in una crisi profonda, esacerbata da una combinazione letale di fattori. Da un lato, l’insostenibilità economica di un numero sempre maggiore di aziende agricole le pone di fronte a scelte drammatiche. Dall’altro, l’impatto devastante della crisi climatica si manifesta con eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e intensi, come grandinate violente e periodi di siccità prolungati, che distruggono i raccolti e mettono in ginocchio intere filiere produttive.

La critica mossa è che, nei fatti, le politiche governative continuano a incentivare un modello agricolo eccessivamente dipendente dal mercato globale e dai grandi interessi economici. Un’impostazione, che secondo gli attivisti sacrifica la qualità e la tradizione del Made in Italy sull’altare della competitività internazionale a basso costo.

Le campagne italiane, un tempo mosaico di biodiversità e produzioni locali, vengono progressivamente invase da monocolture intensive destinate esclusivamente all’export. Esempi emblematici sono i noccioleti per la produzione industriale, i vasti vigneti per il prosecco e i campi di grano coltivati non per soddisfare il fabbisogno interno con materia prima nazionale, ma spesso con grano importato.

Le richieste degli attivisti

In una nota trasmessa in queste ore dagli attivisti di Ultima Generazione, sono state chiarite le richieste urgenti che in primis passano dalla protezione dei raccolti, con una transizione verso un sistema agricolo sostenibile con pratiche agricole innovative, diversificazione delle colture e politiche di gestione delle risorse idriche più efficienti.

Al secondo punto poi, l’aggiustamento dei prezzi, rispetto all’attuale sistema di distribuzione alimentare “profondamente ingiusto, che mentre i prezzi al consumo nei supermercati raggiungono livelli insostenibili per molte famiglie, ai produttori agricoli arriva solo una minima parte del prezzo finale.