Daniele Papa sognava di fare il pilota, è morto, invece, durante una lezione di volo, una delle ultime prima dell’agognato brevetto. Per i sogni interrotti del 23enne di Cerveteri, bruciati nel biposto caduto a picco nel Tevere nel maggio 2020, è stato condannato l’istruttore, Giannandrea C.
Per la morte del 23enne di Cerveteri la procura puntava a una condanna più pesante: l’istruttore ha sempre respinto le accuse
La pena due anni di reclusione con l’accusa di omicidio colposo è stata emessa oggi, 2 aprile, a piazzale Clodio. La procura aveva sollecitato una pena a 3 anni e quattro mesi di reclusione.
L’imputato, accusato di omicidio colposo, si sarebbe messo ai comandi nonostante il vento contrario e poi non avrebbe usato tutti gli accorgimenti per evitare il peggio. Daniele Papa morì annegato con la cintura rimasta allacciata, mentre l’istruttore, un 34enne romano, riuscì a mettersi in salvo raggiungendo la sponda.
Il dramma si era consumato in pochi minuti nel pomeriggio del 25 maggio del 2020. Il 23enne stava effettuando una lezione di volo per ottenere la licenza aeronautica quando si è verificata una “perdita di controllo” del velivolo.
L’aereo Diamond DA20 biposto era decollato un’ora prima da una scuola di volo dell’aeroporto di Roma Urbe.
L’istruttore, che poi ha formalizzato una denuncia sostenendo un guasto del veicolo, aveva raccontato di aver udito un rumore durante la seconda manovra e volendo controllare di cosa si trattasse, di aver chiesto al ragazzo di lasciargli i comandi.
Comandi, però, che Daniele Papa non avrebbe subito ceduto, probabilmente proprio perché rimasto raggelato dalla paura per l’imminente incidente. Secondo il pilota, infatti, l’allievo non avrebbe risposto subito ai suoi comandi complicando la manovra di salvataggio. Una ricostruzione questa che non ha avuto nessuna presa sulla ricostruzione della procura, e data la sentenza, nemmeno sul giudice.
Il giorno del dramma
L’aereo, una volta persa la quota, si è inabissato. E mentre l’istruttore è riuscito a liberarsi e ad uscire dall’abitacolo, l’allievo non è riemerso in superficie. In un primo momento era stato dato per scomparso.
Squadre dei sommozzatori dei vigili del fuoco lo hanno cercato giorno e notte, scandagliando il fondale. Il velivolo è stato rinvenuto solo all’alba del giorno dopo. All’interno il corpo senza vita di Daniele Papa, seduto ancora alla sua postazione, bloccato dalla cintura di sicurezza.
L’allarme era scattato subito dopo il decollo quando era stata segnalata un’avaria al motore e il biposto era sparito dai radar. Le ricerche immediate. E sono partite proprio da via Vitorchiano dove il segnale gps ha guidato i soccorritori fino al pilota, trovato vicino al fiume ferito.
Per recuperare la salma del 23enne erano dovuti intervenire i vigili del fuoco.