Monteverde, servizi sociali tentato il prelievo di una bimba di 5 anni: vicini insorgono per impedirlo

Bimba si lega alla sedia per non lasciare la madre: il caso shock arriva al Ministro Nordio, con un’interrogazione parlamentare del M5S

Bambina e mamma - immagine non collegata ai fatti

Monteverde è ancora sotto choc, dopo l’episodio di qualche giorno fa all’interno di un condominio, dove i servizi sociali si sono recati per eseguire il decreto di prelievo coatto di una bimba di 5 anni, trovandosi difronte alla reazione disperata della piccola e allo schieramento dei vicini, insorti per impedirlo e ottenerne il rinvio.

Bimba si lega alla sedia per non lasciare la madre: il caso shock arriva al Ministro Nordio, con un’interrogazione parlamentare del M5S

L’episodio drammatico ha scosso l’intero quadrante di quartiere, dove gli operatori dei servizi sociali erano arrivati per eseguire il decreto del Tribunale dei Minori.

Qui abita ancora la bambina di soli 5 anni che ha tentato disperatamente di opporsi al suo prelievo coatto legandosi a una sedia. Le urla della piccola hanno attirato l’attenzione dei vicini, che sono accorsi in suo aiuto, bloccando, temporaneamente, l’esecuzione del provvedimento. Il caso ha suscitato un’ondata di indignazione e ha portato la deputata del Movimento 5 Stelle, Stefania Ascari, a presentare un’interrogazione urgente al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

La disperata resistenza della bambina e la mobilitazione del condominio

Secondo la prima ricostruzione dei fatti, la bambina, pur di non essere separata dalla madre e condotta in una casa famiglia, si sarebbe nascosta sotto il tavolo e, in un ultimo disperato tentativo, avrebbe chiesto dello scotch per legarsi a una sedia. Le sue grida strazianti hanno allertato l’intero condominio, che si è mobilitato compattamente per proteggerla e impedire il prelievo. La forte opposizione dei condomini ha costretto gli operatori incaricati di eseguire il decreto del Tribunale dei Minori a rinviare l’intervento.

L’interrogazione di Ascari a Nordio: fare luce sulle procedure e tutelare i minori

La deputata Stefania Ascari ha per questo depositato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro Nordio, chiedendo di fare luce su diversi aspetti della vicenda, tra cui in particolare, se il Ministro sia a conoscenza dei fatti e se intenda avviare un’indagine per verificare la correttezza delle procedure adottate nel caso specifico.

Su questo aspetto, Nordio è stato sollecitato a indicare quali misure intenda adottare per evitare che, in situazioni analoghe, si ricorra a modalità che possano arrecare danni psicologici ai minori coinvolti.

L’accento, è stato posto sulla necessità di un approfondimento sulle decisioni prese in merito all’affidamento e alla collocazione della minore in una casa famiglia, alla luce del procedimento penale in corso nei confronti del padre per maltrattamenti in famiglia, sottolineando l’assoluta priorità della sicurezza e del superiore interesse della bambina.

Nell’interrogazione al Ministro poi, ci sarebbe anche la richiesta di un chiarimento sulla possibile revisione delle prassi attualmente in vigore per i prelievi coatti di minori.

Il padre sotto processo per maltrattamenti

Il padre della bambina secondo le fonti, risulterebbe attualmente sotto processo per il reato di maltrattamenti in famiglia. Tuttavia, una consulente psicologa incaricata dal giudice ha sostenuto che la madre avrebbe trasmesso alla minore un “rifiuto genitoriale”, esponendola a un “trauma dissociativo”.

Secondo la consulente, la bambina, che avrebbe disegnato il padre che le lega le mani raccontando di punizioni e percosse, sarebbe “suggestionata e immersa nel conflitto tra i due genitori”. E queste valutazioni hanno portato alla decisione del Tribunale, la cui esecuzione è stata al momento rinviata.

La testimonianza della madre: “La nostra vita un calvario, non siamo mai stati ascoltati”

Durante una conferenza stampa alla Camera, organizzata dalla deputata Ascari, la madre della bambina, Susanna, ha raccontato il suo calvario e quello della figlia, iniziato quando la piccola aveva appena 18 mesi.

Susanna avrebbe denunciato di non essere mai stata creduta dalle istituzioni coinvolte, e di essere stata accusata di essere oppositiva, nonostante abbia sempre cercato di favorire i rapporti tra la figlia e il padre, anche quando la bambina manifestava un rifiuto totale nei suoi confronti.

Avrebbe sottolineato anche, come le relazioni positive delle educatrici del Sismif, che hanno documentato il malessere della bambina nel vedere il padre, non siano state prese in considerazione, e descritto le gravi ripercussioni psicologiche sulla figlia, che ha paura di uscire di casa, non riesce ad andare a scuola e soffre di forti crisi e conati di vomito.

La donna, avrebbe infine espresso la sua disperazione per il rischio di perdere la figlia e ha ringraziato i condomini per il loro sostegno, sottolineando come le istituzioni presenti abbiano liquidato la situazione affermando che “nessun familiare è idoneo”, senza aver mai effettuato una valutazione in tal senso.