Non si esclude nessuna pista. L’incendio allo stabilimento balneare Le Dune di Ostia di oggi pomeriggio, lunedì 24 marzo, alla luce di quello scoppiato al Belsito in tarda serata pone gli investigatori della polizia che stanno seguendo il caso di fronte a tutte le ipotesi: dal rogo dovuto a un innesco accidentale, come un cortocircuito, al dolo di chi potrebbe coltivare appetiti inconfessabili sulla liberalizzazione delle concessioni balneari.
Per l’incendio a Le Dune sul Lungomare Caio Duilio si indaga in tutte le direzioni
Le cabine distrutte dal rogo divampato sul Lungomare Duilio intorno all’ora di pranzo sono state poste sotto sequestro per “i rilievi tecnici specifici”.
Questo significa che la polizia scientifica analizzerà la scena del incendio per tentare di capirne le cause. In un primo momento, secondo indiscrezioni, l’ipotesi più verosimile è stata quella del cortocircuito.
Le cabine che d’inverno sono prevalentemente chiuse in attesa della stagione estiva e del ritorno di chi le prende in affitto, in effetti, non sono servite da corrente elettrica ma al loro interno sembra fosse, invece, attiva la linea che permette di collegarsi al Wi-fi dello stabilimento balneare.
Linea che passava nel corridoio dell’infrastruttura in legno attaccata dal fuoco.
Una ricostruzione che, tuttavia, ha finito per assumere tutt’altra rilevanza in serata quando al Belsito è deflagrato un nuovo incendio.
Due indizi non fanno una prova, ma questi episodi potrebbero essere collegati ad appetiti inconfessabili da parte di chi, alla luce della liberalizzazione delle concessioni balneari aperta sul Lido dal bando di gara pubblicato dal Campidoglio e oggetto di una sospensiva del Tar del Lazio, potrebbe aver voluto lanciare messaggi intimidatori.
Se il Consiglio di Stato dovesse rigettare il ricorso presentato dal Comune la liberalizzazione subirebbe un stop inviso a coloro che potrebbero aver intravisto in quell’appalto l’apertura di un mercato da conquistare.
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