Il paradosso sociale del gioco d’azzardo

Analisi sociologica del fenomeno delle lotterie istantanee in Italia

Il paradosso sociale del gioco d'azzardo

di Roberto Riccardi

Questo studio esamina le dinamiche socioeconomiche associate al consumo di
giochi d’azzardo legalizzati in Italia, con particolare attenzione ai “Gratta e Vinci” e
lotterie istantanee.

Analisi sociologica del fenomeno delle lotterie istantanee in Italia

Attraverso l’analisi di dati demografici e comportamentali, la ricerca evidenzia come
questi prodotti siano prevalentemente consumati da individui appartenenti a fasce
socioeconomiche medio-basse, anche in contesti geografici caratterizzati da elevato
benessere economico.

Il lavoro propone un’interpretazione sociologica di questo fenomeno, esplorando i
meccanismi psicologici, economici e strutturali che contribuiscono a perpetuare
questa forma di “tassa regressiva volontaria”.

1. INTRODUZIONE
Il gioco d’azzardo legalizzato rappresenta un settore economico di notevole rilevanza
in Italia.

Secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), nel 2023 la raccolta
complessiva del gioco legale in Italia ha superato i 136 miliardi di euro, con una spesa
effettiva (differenza tra raccolta e vincite) di circa 20 miliardi di euro.

I giochi come “Gratta e Vinci” e lotterie istantanee costituiscono una porzione
significativa di questo mercato, con una raccolta che nel 2023 ha raggiunto i 10,7
miliardi di euro.

L’osservazione empirica che ha stimolato questa ricerca riguarda un fenomeno
paradossale: la presenza predominante di consumatori appartenenti a fasce
socioeconomiche medio-basse presso i punti vendita di prodotti di gioco d’azzardo
situati in quartieri ad alto reddito.

Questa osservazione solleva interrogativi significativi riguardo alle dinamiche sociali
che sottendono il consumo di gioco d’azzardo e alle sue implicazioni in termini di
equità sociale.

2. METODOLOGIA E DATI

2.1 Fonti dei dati

Questo studio si basa su:
• Dati ufficiali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM)
• Rapporti dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR
• Indagine IPSAD® (Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs)
• Dati ISTAT sulla distribuzione del reddito
• Osservazioni dirette in 15 punti vendita situati in quartieri con diverso profilo
socioeconomico

2.2 Indicatori analizzati

• Volume di vendita dei prodotti di gioco per area geografica
• Profilo sociodemografico dei giocatori
• Frequenza di gioco per fascia di reddito
• Spesa media pro-capite per gioco d’azzardo
• Distribuzione territoriale dei punti vendita

3. RISULTATI

3.1 Distribuzione socioeconomica dei giocatori

I dati raccolti confermano una relazione inversamente proporzionale tra status
socioeconomico e propensione al gioco d’azzardo, in particolare per quanto riguarda
le lotterie istantanee (foto):
Il paradosso sociale del gioco d'azzardo 1

I dati mostrano che il 43% dei giocatori regolari appartiene alla fascia di reddito
bassa, nonostante questa rappresenti solo il 24% della popolazione totale. Inoltre, la
spesa media annua per il gioco d’azzardo è significativamente più alta nelle fasce di
reddito inferiori.

3.2 Distribuzione geografica del consumo

Un’analisi della distribuzione geografica del consumo di prodotti di gioco rivela un
fenomeno interessante: i quartieri con reddito medio-alto mostrano una
concentrazione di punti vendita superiore alla media nazionale (4,2 punti vendita per
1.000 abitanti contro una media nazionale di 3,1), ma la clientela che frequenta
questi punti vendita proviene prevalentemente da aree limitrofe con reddito mediobasso.

3.3 Mobilità dei giocatori

L’indagine osservazionale ha evidenziato che:
• Il 68% dei giocatori in quartieri ad alto reddito non risiede nel quartiere stesso
• Il 73% dei giocatori che acquistano prodotti di gioco in quartieri ad alto reddito
appartiene a fasce di reddito medio-basse
• La mobilità dei giocatori è spesso legata a motivi lavorativi (personale di
servizio, operai, commessi, ecc.)

4. INTERPRETAZIONE SOCIOLOGICA

4.1 La “tassa sulla speranza”

Il fenomeno osservato può essere interpretato alla luce della teoria della “tassa sulla
speranza” (Clotfelter & Cook, 1989). Secondo questa prospettiva, il gioco d’azzardo
funge da meccanismo attraverso il quale individui in situazioni economicamente
svantaggiate cercano di acquisire rapidamente risorse finanziarie altrimenti
inaccessibili attraverso i normali canali economici.
La propensione al gioco d’azzardo diventa quindi inversamente proporzionale alle
opportunità economiche percepite.

4.2 Habitus e capitale culturale (Bourdieu)

Applicando il framework teorico di Pierre Bourdieu, è possibile interpretare il
consumo differenziale di prodotti di gioco d’azzardo come manifestazione di diversi
“habitus” di classe.
Le classi sociali più elevate tendono a sviluppare strategie di accumulazione e
preservazione del capitale economico basate su investimenti a lungo termine e
diversificazione del rischio, mentre le classi sociali più basse, caratterizzate da un
habitus della “necessità”, sono più inclini a strategie che promettono guadagni
immediati, seppur improbabili.

4.3 Razionalità limitata e bias cognitivi
Le teorie della “razionalità limitata” (Simon, 1955) e dell’economia comportamentale offrono un’ulteriore chiave interpretativa. I soggetti economicamente svantaggiati
tendono a:
• Sovrastimare le probabilità di vincita
• Sottostimare i costi cumulativi del gioco
• Essere più vulnerabili all’illusione del controllo
• Avere una maggiore sensibilità alle “quasi vincite”
Questi bias cognitivi sono amplificati in contesti di scarsità di risorse, creando un
circolo vizioso tra deprivazione economica e comportamenti economicamente
controproducenti.

5. IMPLICAZIONI SOCIOECONOMICHE

5.1 Regressività fiscale
Il gioco d’azzardo legalizzato può essere considerato una forma di tassazione
regressiva de facto, poiché grava percentualmente di più sui redditi più bassi.
Considerando che in Italia circa il 55% della raccolta ritorna in vincite e il 15%
costituisce gettito fiscale, emerge che:
• Le fasce di reddito basse contribuiscono per il 43% al gettito fiscale derivante
dal gioco
• L’impatto sul reddito disponibile per le fasce basse è circa 5 volte superiore
rispetto alle fasce alte

5.2 Riproduzione delle disuguaglianze
Il fenomeno contribuisce alla riproduzione delle disuguaglianze sociali attraverso:
• Riduzione del risparmio nelle fasce sociali già economicamente vulnerabili
• Diminuzione delle risorse disponibili per investimenti in capitale umano
(educazione, formazione)
• Potenziale sviluppo di comportamenti di gioco problematico, con conseguenti
costi sociali e sanitari

6. CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI
L’analisi conferma che il consumo di prodotti di gioco d’azzardo, in particolare
lotterie istantanee, segue pattern di stratificazione sociale che tendono a penalizzare
maggiormente le fasce più vulnerabili della popolazione.
Questo fenomeno solleva questioni etiche riguardo alla regolamentazione e
promozione di questi prodotti.
Raccomandazioni:
• Introduzione di limiti alla densità dei punti vendita in aree con indicatori
socioeconomici sfavorevoli
• Implementazione di campagne informative targetizzate sulle reali probabilità
di vincita
• Sviluppo di programmi di educazione finanziaria nelle scuole e nelle comunità
vulnerabili
• Riforma del sistema di tassazione del gioco per compensare gli effetti
regressivi