Rivoluzione in arrivo per gli autovelox in Italia: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha inviato a Bruxelles un decreto che, a partire dalla prossima estate, promette di porre fine alla giungla dei ricorsi contro le multe per eccesso di velocità.
Rivoluzione nella omologazione degli autovelox e nei ricorsi riguardanti le multe connesse
La novità principale di questo riordino degli autovelox riguarda l’omologazione automatica esclusivamente di tutti i dispositivi approvati dopo il 13 giugno 2017, come previsto dalle disposizioni transitorie del decreto. Quelli istallati precedentemente, dunque, sono illegali.
Omologazione automatica e fine dei ricorsi
Il decreto, composto da sette articoli e un dettagliato allegato tecnico, mira a fare chiarezza sulle procedure di omologazione, taratura e verifica degli autovelox, in conformità con l’articolo 142 del Codice della Strada. L’articolo 6, in particolare, stabilisce che i dispositivi già approvati secondo il decreto ministeriale n. 282 del 2017 sono da considerarsi automaticamente omologati, ponendo fine a contestazioni e ricorsi.
Ciò significa che tutti gli autovelox posizionati prima del 2017 sono dichiarati nulli, le multe elevate con quegli apparati non valide e che dovranno essere rimossi.
Reazioni e implicazioni
L’Associazione amici e sostenitori della polizia stradale (Asaps) accoglie con favore il provvedimento, sottolineando l’importanza di contrastare l’eccesso di velocità, causa di numerosi incidenti stradali. Tuttavia, le associazioni dei consumatori, come il Codacons, avvertono che gli autovelox non conformi alle nuove norme dovranno essere disattivati, pena la nullità delle sanzioni e una potenziale ondata di ricorsi.
Cosa cambia per i comuni e gli automobilisti
Il decreto impone ai comuni di verificare la conformità dei propri autovelox e di avviare le procedure di omologazione per i dispositivi più datati, entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto. In caso contrario, le multe elevate con apparecchi non omologati saranno considerate nulle, con il rischio di costosi contenziosi legali per le amministrazioni locali.