A Ostia è corsa contro il tempo e contro le previsioni meteo per posizionare la scogliera a difesa della Rotonda e del trampolino del Kursaal. Nel tratto di spiaggia confinante con le due iconiche strutture turistiche, è un continuo viavai di camion carichi di scogli che potenti bracci meccanici posizionano a riva, negli spazi addossati alle strutture murarie da proteggere dall’erosione.
Lavori a ritmo serrato per posizionare la scogliera a difesa della Rotonda e del Kursaal: la scogliera impedirà il futuro uso della spiaggia?
L’assessore ai lavori pubblici della Regione Lazio, Fabrizio Ghera, nel presentare l’intervento di somma urgenza (INTERVISTA VIDEO), era stato categorico: “Bisogna fare in fretta, l’obiettivo è di impedire che l’avanzata del mare faccia crollare le strutture del lungomare”. E’ bene ricordare che non si tratta solo di valori preziosi sotto il profilo strettamente turistico ma che, trattandosi di beni realizzati sul demanio marittimo, sono di proprietà dello Stato e, quindi, ne va tutelata la consistenza.
Stando alle previsioni della ditta che si sta occupando dell’intervento, la stessa che sta “rifiorendo” la scogliera sommersa tra Pontile e Canale dei Pescatori, i lavori sulle rive del Kursaal e dello Shilling, dovrebbero durare una decina di giorni. L’operazione è partita il 14 febbraio ma qualche giorno si è perso per il maltempo. Si tratta di posizionare una barriera di massi alta due metri e larga cinque, a ridosso delle strutture murarie da difendere dall’erosione, per una lunghezza di 350 metri. Costo dei lavori: 350mila euro a carico della Regione Lazio.
Il rischio meteo
Le previsioni meteorologiche annunciano l’arrivo in zona di una perturbazione a partire da lunedì 24 febbraio. Si tratta principalmente di piovaschi. Il mare mosso è previsto nella notte tra mercoledì 26 e giovedì 27 con altezza d’onda tra 80 e 100 cm.

Rifiuti accatastati e spiagge impraticabili
Il Comune di Roma, al quale spetta la manutenzione degli stabilimenti balneari privi di concessione, quale è il Kursaal, avrebbe dovuto rimuovere le macerie e i detriti provocati dal crollo delle cabine e delle altre strutture dell’impianto turistico. Non lo ha fatto. Per questa ragione il lavoro dei mezzi meccanici è reso particolarmente difficoltoso.
C’è, poi, un’altra preoccupazione. C’era la speranza che la scogliera potesse essere posizionata a qualche decina di metri dall’attuale linea di costa per poter consentire, a partire da marzo, il riversamento della sabbia a riva, intervento di ricostruzione delle spiagge già appaltato. Si tratta di riversare sul bagnasciuga, dall’Hibiscus fino allo Sporting Beach, 180mila metri cubi di sabbia prelevata in diversi punti di Ostia (foce del Tevere, imboccatura del porto, sbocco del Canale dei Pescatori).
L’aver posizionato gli scogli a ridosso delle strutture murarie, di fatto, renderebbe solo transitori i benefici del reinsabbiamento di marzo perché, senza protezione di quel riversamento, con le successive mareggiate, com’è già accaduto tutte le altre volte che si è adottato il cosiddetto metodo “morbido”, la rena reimmessa verrà nuovamente risucchiata a largo. E, quindi, vanificati i cinque milioni di spesa prevista.