Nella notte tra il 16 e il 17 febbraio, la Capitaneria di Porto di Roma ha messo a segno un blitz nel settore ittico del Car di Roma, il centro agroalimentare di via Tenuta del Cavaliere a Guidonia Montecelio, uno dei principali centri alimentari d’Europa.
A sequestrare il pesce spada la Capitaneria di Porto: multe salate per più operatori
L’operazione ha portato al sequestro di un carico di 31 pesci spada, per un totale di oltre 620 chilogrammi, destinato ad essere commercializzato senza alcuna tracciabilità.
Il carico, privo delle necessarie certificazioni di provenienza e senza i controlli sanitari previsti per la vendita immediata dopo la pesca, è stato fermato grazie all’intervento dei militari. A ciascun operatore coinvolto sono state comminate sanzioni amministrative di 2.000 euro.
La Capitaneria di Roma ha sottolineato l’importanza dell’azione, che ha tutelato la sicurezza alimentare dei consumatori, impedendo che una partita di pesce spada molto ricercato finisse sulle tavole senza le necessarie garanzie sanitarie.
I motivi del sequestro
L’operazione ha anche avuto l’effetto di proteggere gli operatori del settore ittico che operano nel rispetto delle leggi, evitando così casi di concorrenza sleale.
Inoltre, le autorità hanno chiarito che l’episodio non intacca l’affidabilità del Car di Guidonia, che resta un centro nevralgico per la distribuzione di prodotti alimentari su vasta scala. La priorità, infatti, è mantenere il corretto tracciamento dei prodotti lungo tutta la catena distributiva, soprattutto quando si trattano numeri rilevanti, per garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti che raggiungono i consumatori finali.
Il precedente dei broccoletti
Pochi giorni fa sempre al Car di Guidonia era scattato il sequestro di 145 cassette di verdura senza etichetta e quindi senza la possibilità di verificare la tracciabilità.
In due distinte giornate di controlli decien di cassette contenenti broccoletti, porri, zucchine e frigitelli sono stati bloccati dalla rigida rete di controlli attiva all’interno del Centro agroalimentare. Per le quattro società interessate dai verbali sono scattate multe da 1.500 euro l’una.
La verdura è stata posta sotto sequestro e poi restituita dopo il pagamento delle multe.