Pineta delle Acque Rosse, il Comune riforesta con fondi pubblici anche l’area di una delle amanti di Hitler

La riqualificazione della Pineta delle Acque Rosse a carico delle risorse del Pnrr comporterebbe un indebito dispendio di danaro pubblico

La baronessa Sigrid von Laffert all'estrema destra di quest'immagine che la ritrae insieme ad Adolf Hitler

Si chiamava Sigrid Von Laffert ed è morta nel 2002 ma l’eredità di una parte della pineta delle Acque Rosse di Ostia, in virtù di un gioco di scatole cinesi, apparterrebbe ancora i suoi eredi. Sin qui solo una curiosità per gli appassionati di storia perché la donna è stata una delle amanti di Adolf Hitler, ma si da il caso che proprio su quella vasta zona il Comune di Roma Capitale vorrebbe indebitamente investire una parte degli 1,8 milioni di euro stanziati su fondi europei del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per procedere alla riforestazione dell’area protetta.

La riqualificazione della Pineta delle Acque Rosse a carico delle risorse del Pnrr comporterebbe un indebito dispendio di danaro pubblico

A lanciare l’allarme è il Laboratorio di Urbanistica, LaBur, che ha analizzato le carte catastali ricostruendo il fil rouge della proprietà di quanto appartenne alla baronessa tedesca entrata nelle grazie del dittatore nazista e che divenne proprietaria di una quota, peraltro prevalente, dell’intera pineta subentrandovi in virtù della parentela acquisita con la famiglia Aldobrandini nel 1970.

Il Comune, dunque, secondo quanto ricostruito da LaBur non avrebbe la piena disponibilità della tenuta perché quei terreni ancora prima della morte della von Laffert passarono nel patrimonio di una società con sede in Lussemburgo, la Neueband s.a.

Il problema è costituito dal fatto che, nel vasto appezzamento che dalla Pineta delle Acque Rosse arriva sino al fiume Tevere ben 56 ettari, stando a quanto risulta all’Agenzia delle entrate, sono ancora intestati alla baronessa di nazionalità germanica perché nessuno ha provveduto ad aggiornare la situazione giuridico-patrimoniale a oltre due decenni dal suo decesso.

Se il Comune di Roma capitale dovesse dunque investire parte delle risorse previste dal Pnrr qualsiasi elargizione potrebbe costituire motivo per l’avvio di un procedimento per danno erariale nei confronti dell’amministrazione capitolina da parte della Corte dei Conti.

Quella stessa area, non a caso, infatti era stata già inclusa nel Piano di Riqualificazione Urbana di Ostia Ponente nel 1996 che poneva a carica della società di diritto Lussemburghese Neubaland s.a. lo stesso intervento di riforestazione per un importo di 13 miliardi di lire.

Da una prima sommaria misurazione, sarebbero più di 45 le particelle, nel tratto compreso tra la pineta e il fiume, su cui il Comune di Roma è intenzionato a investire preziose risorse pubbliche ma senza aver sinora effettuato alcun approfondimento patrimoniale. Almeno su quel settore della tenuta che venne ereditato dalla baronessa Sigridvon  Laffert imparentata con la famiglia Aldobrandini e poi scomparsa a Berlino all’inizio del nuovo Millennio.

I prossimi passi dell’amministrazione comunale

Secondo quanto accertato da LaBur che sollecita il X Municipio a eseguire opportuni approfondimenti catastali, dei 17,99 ettari totali del piano di forestazione due terreni (le particelle del foglio 1079 numeri 2621 e 2626p) per un totale di 11 ettari, ben oltre la metà del totale dunque, non sarebbero di proprietà comunale e farebbero pertanto ricadere sugli attuali proprietari privati gli oneri necessari agli interventi di piantumazione di nuovi alberi e specie vegetali.

Il chiarimento è necessario anche perché per porre a carico dei fondi comunitari qualsiasi eventuale intervento è indispensabile che l’amministrazione procedente dimostri, quanto meno, di averne la disponibilità giuridica.