Meloni indagata, le tappe del caso Almasri: l’arresto e la liberazione del torturatore libico

Le tappe del caso Almasri, dall'arresto a Torino alla liberazione (con volo di stato italiano) a Tripoli

La premier nel pomeriggio ha annunciato di aver ricevuto un avviso di garanzia dalla procura di Roma per il caso Almasri, arrestato in Italia e poi liberato a Tripoli dove è stato riaccompagnato con un volo di stato tricolore. Le tappe del caso e i possibili sviluppi.

Le tappe del caso Almasri, dall’arresto a Torino alla liberazione (con volo di stato italiano) a Tripoli

La notizia dell’arresto del generale Najeem Osema Almasri Hoabish viene annuciata dalla stampa italiana il 20 gennaio. Il libico è un ricercato: su di lui pende l’ergastolo per ordine della corte penale internazionale. L’accusa crimini di guerra contro l’umanitĂ  commessi da capo del carcere libico di Mitiga dove erano ammesse torture indicibili sugli oppositori.

Ricercato, era a Torino per vedere la Jiuventus

Come riscostruisce l’AdnKronos il libico viene fermato in un albergo di Torino dove si trovava per assistere alla partita della Juventus. Due giorni dopo il ministro della Giustizia Carlo Nordio fa sapere che “è pervenuta la richiesta della Corte penale internazionale di arresto” e che, “considerato il complesso carteggio”, sta “valutando la trasmissione formale della richiesta della Cpi al procuratore generale di Roma”.

La scarcerazione

Solo poche ore dopo arriva la notizia della scarcerazione, per un errore procedurale, disposta nei confronti dell’uomo, espulso su provvedimento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e riportato dall’Italia in Libia con un volo di Stato.

Scoppia la bufera politica. Se Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, bolla la liberazione come “scandalosa”, le opposizioni chiedono conto al governo. E in seguito, nel corso di una conferenza stampa di tutte le forze di opposizione la segretaria del Pd, Elly Schlein, il capogruppo M5S, Riccardo Ricciardi, i leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, Riccardo Magi di piĂą Europa, Matteo Richetti di Azione e Maria Elena Boschi di Iv chiedono alla premier Giorgia Meloni di riferire in aula.

L’intervento della Cpi

Intanto interviene la Corte penale internazionale e fa sapere che “senza preavviso o consultazione con la Corte, Alamsri è stato rilasciato e riportato in Libia”. “La Corte sta cercando, e non ha ancora ottenuto, una verifica da parte delle autoritĂ  sui passi che sono stati compiuti”, sottolinea in una nota nella quale si ricorda “il dovere di tutti gli Stati parte di cooperare pienamente con la Cpi nelle sue indagini e azioni penali”.

Piantedosi al Senato

E’ il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, rispondendo il 23 gennaio al question time al Senato, a fornire le prime spiegazioni sul caso: “Il 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertĂ  personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa”.

Almasri è stato poi ”rilasciato” nella serata del 21 gennaio per ‘‘poi essere rimpatriato a Tripoli, per ragioni di urgenza e sicurezza, vista la pericolositĂ  del soggetto”, afferma Piantedosi. Ma la versione del titolare del Viminale non basta alle opposizioni che insistono perchĂ© sia la premier Giorgia

Meloni in persona a riferire

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La premier Giorgia Meloni durante l’annuncio dell’indagine a suo carico

La premier, sabato durante un punto stampa a Gedda, interviene sul caso sottolineando: “E’ stato liberato sulla disposizione della Corte d’Appello di Roma, non sulla disposizione del governo: quindi non è una scelta del governo“.

E a proposito del volo di Stato che ha riportato Almasri in Libia “segnalo che non è un’innovazione. In moltissimi casi di detenuti da rimpatriare, soggetti pericolosi, non si usano voli di linea anche per la sicurezza di chi viaggia sui voli di linea: è una prassi consolidata e non inventata da questo governo, utilizzata anche dai governi precedenti sui quali non è mai stato posto un problema“.

La reazione dell’Anm

Parole a cui replica a stretto giro l’Associazione nazionale magistrati precisando che

Almasri è stato liberato lo scorso 21 gennaio per inerzia del ministro della Giustizia che avrebbe potuto – perchĂ© notiziato dalla polizia giudiziaria il 19 gennaio e dalla Corte d’appello di Roma il 20 gennaio – e dovuto, per rispetto degli obblighi internazionali, chiederne la custodia cautelare in vista della consegna alla Corte penale internazionale che aveva spiccato, nei suoi confronti, mandato di cattura per crimini contro l’umanitĂ  e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga (Libia)“.

Congelata l’informativa

Dopo il pressing dei gruppi parlamentari, era prevista per domani, alle 16.15 alla Camera e alle 18.15 al Senato, l’informativa congiunta di Matteo Piantedosi e di Carlo Nordio sulla vicenda. Informativa congelata: domani non ci sarĂ .