Non merita l’affidamento ai servizi sociali, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno dovrà restare in carcere per scontare l’intera pena 1 anno e 10 mesi per l’accusa di traffico di influenze, inflitta in via definitiva. Lo ha deciso oggi il tribunale di sorveglianza di Roma.
Il tribunale di Sorveglianza non concede nessuno sconto all’ex sindaco di Roma: le motivazioni
Il tribunale di Sorveglianza respingendo la richiesta di scarcerazione di Alemanno in carcere dal 31 dicembre proprio a seguito della revoca dell’affidamento ai servizi sociali per scontare la condanna.
L’ex sindaco, che doveva svolgere attività presso la struttura “Solidarietà e Speranza” è accusato di una “gravissima e reiterata violazione delle prescrizioni imposte“. False attestazioni per evitare gli impegni dovuti e incontri con persone con problemi con la giustizia.
Ad Alemanno non sono stati riconosciuti neanche i quattro mesi che aveva scontato regolarmente ai servizi sociali, come invece aveva chiesto la Procura generale.
Duro il commento dei difensori di Alemanno, gli avvocati Cesare Placanica e Edoardo Albertario: “Stupisce, al pari di un arresto la notte di capodanno, che non sia stato considerato neppure il parere del procuratore generale che salvava il primo periodo di affidamento.
Forse, considerando che il reato di Alemanno è stato quello di avere chiesto una anticipazione di pagamenti per fatture riconosciute dalle stesse sentenze di condanna come vere, si potevano sanzionare le sue trasgressioni con la detenzione domiciliare senza sbatterlo al carcere, soprattutto in un momento di disperato sovraffollamento che dovrebbe evitare ogni carcerazione non assolutamente necessaria”. Scontato il ricorso dei legali in Cassazione.
“Ripetute violazioni”
In particolare, l’ex sindaco di Roma avrebbe presentato falsa documentazione per giustificare impegni lavorativi ed evitare i suoi impegni nei servizi sociali, oltre ad aver incontrato in tre occasioni tra marzo e settembre dello scorso anno l’ex avvocato Paolo Colosimo, condannato in via definitiva nel 2018 a 4 anni e sei mesi.
Le irregolarità sarebbero emerse nel corso di un’indagine per riciclaggio, nella quale Alemanno risulterebbe coinvolto.
Secondi i giudici del tribunale di Sorveglianza Alemanno non avrebbe recepito “l’offerta rieducativa … l’incapacità del soggetto di adeguarsi alle regole ordinamentali ripetutamente violate con pervicacia, dimostrando inettitudine ad autodeterminarsi in senso positivo”.
Nel corso di un’udienza recente, Alemanno ha ammesso gli errori, attribuendoli alla sua dedizione alla politica. “Colpa della mia passione politica“.