Acea Ato 2 alla sbarra per disastro ambientale sul lago di Bracciano ma il reato è a rischio prescrizione. L’allarme proviene dal Comitato di Difesa che si è costituito parte civile nel processo e chiede un’accelerazione delle udienze per evitare il colpo di spugna sugli illeciti commessi quando venne effettuato un massiccio prelievo delle acque otto anni fa.
Processo Acea Ato 2 per disastro ambientale, le parti civili chiedono un iter più rapido per scongiurare la prescrizione del reato
I membri del Consiglio di Amministrazione di Acea Ato 2 sono, infatti, a processo davanti al tribunale di Civitavecchia con l’accusa di aver provocato danni irreparabili all’ambiente riducendo il livello del lago di Bracciano nel 2017 quando, per garantire l’approvvigionamento idrico della capitale, vennero effettuate consistenti captazioni dal bacino lacustre di origine vulcanica.
La prosecuzione dell’iter processuale è stata aggiornata al prossimo 8 aprile e, durante quell’udienza, saranno ascoltati i testimoni di parte civile tra cui figura il Comitato Difesa Lago di Bracciano rappresentato, pro bono dagli avvocati Francesco Falconi e Simone Calvigioni. Il Comitato auspica che il procedimento penale si concluda al più presto in modo che venga scongiurata ogni ipotesi di prescrizione dei reati e si appella nuovamente al ministero dell’Ambiente, unico ente abilitato a farlo, a chiedere il relativo risarcimento danni.
Il Comitato di Difesa ha, inoltre, ribadito la propria contrarietà al tentativo di Acea Ato 2 di riprendere le captazioni allo scopo di testare la tenuta dell’acquedotto anche perché, sino a oggi, nulla è stato fatto per scongiurare nuove situazioni di crisi. La richiesta di parte è, anzi, di avviare interventi che consentano di riportare nell’alveo del lago l’acqua depurata dalle strutture gestite dalla Cobis che viene attualmente immessa nel fiume Arrone e da qui direttamente in mare.
Un importante studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Ricerca sulle Acque (CNR-IRSA), rileva il Comitato di Difesa, ha evidenziato che il recupero del livello dell’acqua è ancora molto lento. Dal 2015 il lago di Bracciano ha, infatti, riguadagnato solo 62 centimetri dei 198 persi rispetto all’11 novembre 2017 quando vennero registrati i valori minimi.
Al di là delle captazioni effettuate nel bacino lacustre assumono rilevanza anche i profili connessi al cambiamento climatico con effetti sul livello delle acque dei laghi che sembrano riprendersi ma poi tornano in sofferenza per una serie di concause tra le quali le scarse precipitazioni e un’evaporazione molto più aggressiva per il rialzo delle temperature atmosferiche.
Una situazione resa ancora più complicata dalla mancanza di precipitazioni tali da prevenire il rischio di un ritorno a situazioni di criticità. Il Comitato di Difesa ha quindi avviato la procedura di accesso agli atti per accertarsi che, negli ultimi otto anni, Acea Ato 2 non abbia più fatto prelievi dal bacino del lago e torna a sollecitare investimenti che permettano di reintegrare le risorse idriche perdute e di riportare l’acqua depurata dal Cobis, previo opportuno trattamento di bonifica, all’interno del bacino lacustre.
Allo scopo di informare la cittadinanza, il Comitato inoltre organizzerà a breve un convegno nel corso del quale, con interventi di esperti, verrà fatto il punto della situazione e formulate proposte per gestire la risorsa lago a breve e a lungo termine.