Subiaco piange il suo sindaco, Domenico Petrini,stroncato ieri pomeriggio in Comuneda un infarto fulminante. In sua memoria tre giorni di lutto cittadino con relativa chiusura delle scuole. Da oggi 23 gennaio a sabato 25 gennaio.
Subiaco in lutto: le disposizioni, la camera ardente e il funerale per dare l’ultimo addio al sindaco tanto amato
“La nostra comunità è scossa e addolorata dall’improvvisa scomparsa del Sindaco Domenico Petrini e, in base all’ordinanza sindacale a firma del vice Sindaco Emanuele Rocchi, viene proclamato il lutto cittadino nei giorni 23, 24 e 25 gennaio 2025”.
Tutti gli edifici pubblici e gli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado resteranno chiusi”, riporta il sito del Comune.
La camera ardente sarà allestita nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale ed aperta dalle ore 8:00 alle ore 20:00 dei giorni giovedì 23 e venerdì 24 gennaio 2025.
La cerimonia funebre
I funerali si terranno sabato 25 gennaio 2025, alle ore 11:00, presso la Basilica di Sant’Andrea Apostolo.
Subiaco in lacrime
A Subiaco la popolazione è sbigottita. Petrini giĂ dal primo giorno dell’elezione si era immerso nel suo ruolo, facendo valere le lotte per la sua terra, fulcro della Valle dell’Aniene: come lo stop al rincari per l’A24, il rilancio dell’ospedale, la valorizzazione dei monasteri benedettini e la loro candidatura Unesco. Fino all’ultimo obiettivo raggiunto: la nomina di Subiaco a cittĂ italiana del libro del 2025.
Un cittadino si chiede: “PerchĂ©. PerchĂ© il Nostro Sindaco, perchĂ© cosi’ giovane, perchĂ© far piangere una cittĂ di Subiaco intera, perchĂ© lasciare la sua famiglia. PerchĂ© portare via un Leader, PerchĂ© lasciarci soli noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerti e starti vicino”.
“A Dio caro Sindaco… – scrive il sublacense Francesco Fina – condoglianze alla famiglia per la grave perdita. Oggi è una giornata triste per la nostra ComunitĂ che perde un’ottima guida, anche questa sera, come era di prassi, la luce della stanza del Primo cittadino era accesa per dedicarsi constantemente all’impegno che gli avevamo affidato…”