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Torre Gaia: l’incubo di una donna incinta, salvata dalla Polizia

Prima le botte poi la donna incinta costretta ad andare in pronto soccorso da sola: l'epilogo di una storia agghiacciante

Incinta di cinque mese viene pestata di botte dal marito e poi spedita sola in ospedale: “Se parli per te sarà ancora peggio”. Il lungo taglio sulla fonte così nel pronto soccorso del policlinico Casilino non lontana da casa, a Torre Gaia, viene refertato per “una caduta dalle scale”.

Prima le botte poi la donna incinta costretta ad andare in pronto soccorso da sola: l’epilogo di una storia agghiacciante

La vittima, terrorizzata e provata, però, nell’attesa, trova la forza di confidarsi con un agente di Polizia, in servizio al pronto soccorso. “Non sono caduta“. Le sue parole, pronunciate a bassa voce, svelano così un quadro agghiacciante: insulti, percosse, minacce continue, un crescendo di violenza da parte del marito che aveva segnato profondamente la sua vita e quella dei suoi due figli.

Dall’ospedale così scatta l’allarme per un nuovo codice rosso che in poche ore porta all’arresto del marito orco.

L’uomo, un 37enne di origini cingalesi, aveva scatenato la sua furia la sera precedente, accusando la moglie, incinta al quinto mese di gravidanza, di non avergli preparato la cena.

Con rabbia cieca, l’aveva colpita alla testa con un bastone, ordinandole di tacere e di addossarsi ogni colpa.

Le minacce via WhatsApp

La donna, stremata e spaventata, aveva trascorso ore interminabili in ospedale, sottoposta a cure mediche e a un’angosciante attesa. Nel frattempo, il marito le inviava messaggi minacciosi via WhatsApp, dicendole cosa dire ai medici e alla polizia per scagionarlo. Ma la vittima, con un coraggio inatteso, aveva deciso di rompere il muro di silenzio che la imprigionava.

L’arresto

Gli investigatori del Distretto Casilino, allertati dalla segnalazione dell’agente, si sono recati nell’appartamento della coppia. L’abitazione era un luogo tetro e angosciante, dove i segni della violenza erano evidenti: mobili rovesciati, oggetti danneggiati, un’atmosfera opprimente. In un angolo della stanza, nascosto sotto un mucchio di vestiti, giaceva il bastone utilizzato per l’aggressione.

I due figli della coppia, terrorizzati e confusi, sono stati affidati alle cure di servizi sociali. Per loro, l’incubo sembrava non finire mai.

L’arresto dell’uomo, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate, rappresenta un primo passo verso la giustizia.