Il cappellano di Rebibbia indagato, onda di solidarietà per padre Lucio Boldrin

Padre Lucio Boldrin

La perquisizione e l’iscrizione del registro degli indagati: è così che il cappellano di Rebibbia Nuovo Complesso, padre Lucio Boldrin, è finito alla ribalta della cronaca in seguito all’apertura di una indagine che lo vedrebbe favorire i contatti tra detenuti e l’esterno, coi familiari. Una notizia che ha suscitato stupore e incredulità non solo tra coloro che lo conoscono personalmente, ma anche tra quanti hanno seguito il suo impegno a favore dei detenuti.

Incredulità per le accuse rivolte al cappellano. Un’onda si muove: “Io sto con padre Boldrin”

Padre Boldrin è stato crocifisso dalla stampa senza un processo“, ha tuonato Andrea Liparoto su Patria Indipendente, esprimendo un sentimento condiviso da molti. Il sacerdote, infatti, è noto per il suo instancabile impegno a sostegno dei diritti dei detenuti, spesso dimenticati e ai margini della società. Da anni, padre Boldrin si batte per garantire condizioni di detenzione dignitose, denunciando il sovraffollamento carcerario e le carenze sanitarie.

La notizia dell’indagine ha suscitato un’ondata di solidarietà nei confronti del cappellano. Detenuti e non, infatti, lo considerano un punto di riferimento, un uomo di profonda umanità che ha dedicato la sua vita a chi soffre. “Il suo lavoro è stato fondamentale, soprattutto in occasione dell’apertura della Porta Santa a Rebibbia da parte di Papa Francesco“, ha sottolineato Liparoto, ricordando la diretta Rai in cui padre Boldrin ha valorizzato anche il lavoro della polizia penitenziaria.

Felice Marchioni, scrive da Rieti: “Metterei la mano sul fuoco, su di lui. Ovunque sia andato, negli anni, ha fatto la differenza. A Rieti lasciò il segno come educatore, aiutando a crescere in modo consapevole, schiere di giovani, in epoche complicatissime…Vivere è lasciare traccia..Ce ne fossero”.

Si un uomo che, ovunque, ha sempre fatto la differenza … Forza Padre Lucio , il troppo amore ti sta penalizzando ma l’amore vince sempre! Massima stima di te e fiducia”, lo incitano in tanti.

Un pensiero per don Lucio dall’ex garante per i detenuti

Gabriella Stramaccioni, ex garante dei diritti dei detenuti nella capitale, ha riservato a don Lucio un lungo post. “L’inchiesta a carico di Padre Lucio Boldrin ha lasciato sbigottiti tutti/e coloro che lo hanno conosciuto in questi anni. Fra cui io. Non entro nel merito delle indagini che faranno il loro corso.

Voglio solo testimoniare a Padre Lucio la mia vicinanza ed il ringraziamento per il servizio speso a favore della popolazione detenuta. Sono stata testimone per 6 anni ( durante il mio mandato di garante) di quanti “favori” abbia sempre fatto Padre Lucio. Soprattutto alle persone detenute più povere per le quali provvedeva all’ acquisto di schede telefoniche, di sigarette, di cibo, di vestiti.

Ai tanti malati che ha sempre visitato portando una parola di conforto. Ai tanti senza fissa dimora per i quali si preoccupava all’ uscita dal carcere di trovare una sistemazione (e che spesso accompagnava con la.sua macchina).

Alle tante telefonate fatte per tranquillizzare le famiglie durante il Covid. Alla incessante opera di testimonianza cristiana che ha aiutato tanti uomini a superare la.disperazione. Io questo ho visto fare a padre Lucio nella trincea chiamata carcere.

Anche negli ultimi mesi quando avrebbe potuto ritirarsi in situazione più comode. Spero tutto si risolva al più presto.

Lo merita Padre Lucio . E tutti coloro che svolgono un servizio sociale così complicato all’ interno degli istituti penitenziari”.

In ricordo di Andrea

Nelle carceri i cappellani sono insostituibili – ha scritto, inveve in un post Flavia Filippi fondatrice e presidente di Seconda Chanceascoltano, consolano, consigliano, sgridano, rimpiazzano, riappacificano, proteggono, indirizzano, assorbono il dolore e la disperazione dei tanti che non hanno nessuno fuori, arrivano a pagare di tasca propria schede telefoniche e sigarette.

Padre Lucio Boldrin in pieno agosto mi sorprese, si fece un interminabile tratto di strada per andare a celebrare ad Acilia il funerale del carissimo e fragilissimo Andrea, morto improvvisamente a 36 anni proprio quando sembrava che la vita avesse cominciato a sorridergli: Seconda Chance gli aveva trovato lavoro da Arcaplanet e lui si stava impegnando tanto per non deluderci.

Padre Lucio spese per lui parole commoventi, descrisse con tratti efficaci lo sperdimento di quel ragazzo sempre triste, il loro affetto reciproco, e mentre lo ascoltavo pensavo alla sfortuna di Andrea e alla fortuna degli altri “ragazzacci” di Rebibbia NC. È importante potersi appoggiare a un cappellano così. Forza Lucio, siamo in tanti dentro e fuori a tifare per te, e tu intanto benedici il nostro superprogramma della settimana”. Ossia decine di incontri con i detenuti e i loro potenziali datori di lavoro per dare un futuro a chi ha perso col passato.