La donna era scomparsa da giorni: gli esiti dell'ispezione cadaverica fanno pensare a un gesto volontario
Si concludono nella maniera più drammatica le ricerche di Suzana Kocibelli, la 62enne di origine albanese scomparsa da casa, a Roma, il 10 gennaio. Il corpo privo di vita della donna è infatti riaffiorato dalle acque del Tevere alla diga di Castel Giubileo. A segnalare il corpo ai carabinieri gli operai Enel della vicina centrale idroelettrica.
Il rinvenimento il pomeriggio di ieri, 16 gennaio. Tra i primi a intervenire i carabinieri della compagnia Roma Cassia. Il corpo è stato trovato all’altezza di via Fornace Vignolo dopo che il personale Enel in servizio alla diga ha notato un corpo affiorare dalle acque del Tevere.
La salma, recuperata dai vigili del fuoco, non mostrava segni di violenza. Da qui l’ipotesi di un gesto volontario.
In base a una prima ispezione del cadavere il medico legale ha stabilito che il decesso potrebbe risalire a poche ore dalla scomparsa.
Suzanna era uscita da casa dopo che il marito aveva iniziato il suo turno di lavoro di notte e mentre il figlio dormiva in camera sua. L’orario dell’allontanamento è stato desunto dal cellulare lasciato da Suzanna nell’abitazione e consultato, per l’ultima volta, alle 7.30 di venerdì.
Il marito aveva sporto denuncia alle forze dell’ordine, poi l’appello tramite il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi e Chi l’ha visto?. Ieri il ritrovamento, un tragico epilogo.
“Le notizie che non vorremmo dare, ci dispiace Suzanna non c’è più. In nostro abbraccio sincero alla sua famiglia”, l’annuncio di Gaia Pensieri, responsabile del comitato Scientifico Ricerca Scomparsi.