Apertura

“Meno 1. Acab”: sfregio alla memoria di Amar Kudin, un’escalation di odio contro le forze dell’ordine

Nel luogo dell'incidente costato la vita al poliziotto, una scritta oltraggiosa firmata Acab. Il Mosap: "Un clima di odio inaccettabile"

La morte di Amar Kudin, giovane agente delle volanti deceduto in servizio a Roma, si tinge di ulteriore dolore. Sul luogo dell’incidente, in via di Torrevecchia, oggi, 14 gennaio, è comparsa una scritta che incide profondamente sulla comunità e sulle forze dell’ordine: “Meno 1. Acab”. Un messaggio di odio e disprezzo rivolto alla polizia, un’ulteriore ferita nel cuore di chi piange la perdita di un collega.

Nel luogo dell’incidente costato la vita al poliziotto, una scritta oltraggiosa firmata Acab. Il Mosap: “Un clima di odio inaccettabile”

L’acronimo “Acab”, che sta per “All Cops Are Bastards”, è da anni un simbolo di contestazione violenta nei confronti delle forze dell’ordine. La sua comparsa in un contesto già segnato da profondo dolore ha suscitato sdegno e preoccupazione.

I rilievi dopo lo scontro tra le due volanti e la vittima l’agente Amar Kudin

Fabio Conestà, segretario generale del Mosap, ha definito l’accaduto “un vero e proprio brutto clima di odio nei confronti delle forze dell’ordine, alimentato di recente anche dalle polemiche per la morte di Ramy (nella manifestazione di Roma si sono contati 8 poliziotti feriti, ndr) strumentalizzata dai violenti per attaccare le divise“.

La morte di Ramy

La morte di Ramy, un giovane deceduto durante un intervento delle forze dell’ordine, ha innescato tensioni e proteste, che in alcuni casi hanno sfociato in violenza (30 gli identificati per gli scontri a Roma con la polizia, ndr). La scritta “Meno 1. Acab” sembra voler cavalcare l’onda di questa rabbia, trasformando il lutto in un’occasione per attaccare le istituzioni.

Le forze dell’ordine sono al lavoro per identificare l’autore di questo gesto ignobile. La Digos e la scientifica sono impegnate nelle indagini, mentre il Mosap spera che i responsabili vengano identificati.

È inaccettabile questa caccia allo sbirro che ricorda tanto tempi bui“, ha concluso Conestà.