Cinecittà, nuove occupazioni organizzate dal racket: donna incinta messa a presidiare una casa Enasarco

Cinecittà, gara di resistenza dei condomini contro il racket delle occupazioni: l'ultimo blitz con l'esplosivo per appropriarsi di una casa Enasarco

Nella foto l'appartamento occupato con l'esplosione e il gruppo di complici dell'occupazione - canaledieci.it

La situazione delle occupazioni a Cinecittà, è ormai al limite della tolleranza. Da domenica mattina, una donna incinta di sette mesi, con l’aiuto di un gruppo del racket organizzato, è penetrata abusivamente in un appartamento di proprietà dell’Enasarco in viale Ciamarra 30, dopo che l’ingresso era stato fatto saltare con l’esplosivo. Da quel momento, è iniziata  una guerra di resistenza da parte di condomini contro i criminali, che stanno tentando di arrivare alla casa per rimettere la porta e così garantirne l’inaccessibilità.

Cinecittà, gara di resistenza dei condomini contro il racket delle occupazioni: l’ultimo blitz con l’esplosivo per appropriarsi di una casa Enasarco

Dopo l’esplosione della porta della palazzina, al numero civico 30, la donna era riuscita ad entrare, nonostante in pochi minuti si fosse creato il panico tra l’allagamento che ha richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco e l’arrivo dei Carabinieri che non hanno potuto prelevare la donna, in attesa, per legge di uno specifico provvedimento della autorità.

Nonostante l’immobile sia privo di luce, gas, riscaldamento e allagato a causa della rottura dei termosifoni, l’occupante intanto, incinta di sette mesi, si rifiuta di lasciare l’appartamento, sostenendo perfino come riferito da testimoni di averlo acquistato al prezzo di 4mila euro, da chi gestisce le vendite illegali degli immobili.

Da giorni intanto, i cittadini del quartiere, stanchi delle continue occupazioni abusive, stanno presidiando l’edificio per impedire ai complici della donna di completare l’occupazione.

Sono loro, tra cui il presunto compagno dell’occupante, a portarle del cibo lanciandoglielo dalla strada sul terrazzino. Mentre di entrare per rimettere la porta e occuparsi degli allacci e le riparazioni del termosifone saltato, non se ne parla, perché ad impedirlo sarebbero proprio i residenti in una gara di resistenza per evitare che la casa resti occupata, dopo il secondo brutale tentativo con tanto di esplosivo.

Un caso emblematico del problema delle occupazioni abusive

La vicenda di viale Ciamarra 30, rappresenta un caso emblematico del problema delle occupazioni abusive nella zona, un fenomeno che non  riguarderebbe solo le case Enasarco ormai in dismissione e da vendere.

Dietro a queste occupazioni, si nascondono vere e proprie organizzazioni criminali che lucrano sull’emergenza abitativa e non solo, e che utilizzerebbero sempre le donne incinte per mettere a segno le fasi finali dei progetti criminali di occupazione abusiva.

I residenti: “Dove sono le istituzioni?”

Nonostante la gravità della situazione, la denuncia più dura riguarda l’immobilità delle istituzioni di fronte a questi atti di illegalità. “Dove sono le forze dell’ordine? Perché non si interviene per sgomberare l’appartamento e riconsegnarlo al legittimo proprietario? E l’Enasarco, proprietario dell’immobile, dove si trova?”

Sono queste le domande che stanno riempiendo i social e che sono state gridate ieri durante una manifestazione cittadina organizzata da ALCO – Associazione Cittadini per la Liberazione delle Case Occupate, e non certo aiutata dalla bomba d’acqua caduta anche su quel quadrante della Capitale.