Decollo con la scorta dei caccia militari: ansia a Fiumicino

Molte persone con il naso all’insù per la paura scatenata da un decollo con la scorta dei caccia militari

Immagine non collegata ai fatti

Un decollo con la scorta dei caccia militari ha scatenato ansie, paure e interrogativi tra le persone che vivono, non soltanto nei pressi dell’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci, ma in tutte le zone di Fiumicino dove, intorno alle 16.30 di ieri pomeriggio, martedì 10 dicembre il rombo di due velivoli da combattimento ha risuonato squarciando l’aria come un tuono.

Molte persone con il naso all’insù per la paura scatenata da un decollo con la scorta dei caccia militari

Non si è trattato del superamento della barriera del suono che genera un rumore simile a un’esplosione, quando un velivolo supera la barriera del suono a mach 1 a circa 1000 chilometri orari a seconda delle condizioni atmosferiche, ma del fragore inconfondibile di propulsori molto più potenti di quelli in dotazione ai jet di linea.

Fatto sta che l’episodio, che poi ha trovato una spiegazione, ha scatenato reazioni prevalentemente caratterizzate dalla paura. Soprattutto tra coloro che si sono trovati più vicini alla rotta a bassissima quota seguita dai due caccia militari. E’ accaduto a una signora che, spaventata ha ritirato i panni stesi in giardino e si è rifugiata nella sua abitazione, ma anche tra gli animali domestici e in particolare i cani che immaginando, forse, di trovarsi al cospetto di un anticipo dei botti di Capodanno sono andati a nascondersi in casa.

Se per qualcuno il boato prodotto dalle manovre non è stato una novità, proprio perché rumori simili sono abituali nei pressi di un’aerostazione dell’importanza di quella di Fiumicino, per altri è stata l’occasione di ammirare aerei che, normalmente, utilizzano le piste dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, situato poco a sud di Ostia. E questo anche perché i jet da guerra volano in formazione a differenza di quelli civili che viaggiano in completa solitudine.

Senza dubbio, in una fase in cui l’Italia e l’Europa Occidentale sono assediate da svariati conflitti bellici il pensiero di qualcuno, se non direttamente collegato alla potenziale deflagrazione di un nuovo conflitto proprio nel nostro Paese, è stato preso d’assedio da preoccupazioni purtroppo ormai molto diffuse tra chi teme una terza guerra mondiale. E questo nonostante vi sia stato chi, di fronte a questo genere di timori, abbia suggerito di non “farsi strani pensieri”.

La visita dei reali di Spagna e il precedente di un atterraggio di emergenza di un jet civile dopo l’esplosione di un motore

E, in effetti, la spiegazione che ha risolto tutti gli interrogativi è correlata alla visita di Filippo VI re di Spagna e della regina consorte, Letizia Ortiz, atterrati proprio ieri a Fiumicino con la scorta dei due aerei militari, per una visita ufficiale che coincide con i festeggiamenti per i loro vent’anni di matrimonio. La visita di Stato, celebrata l’ultima volta nel 2014, ha come epicentro Roma e Napoli.

Nella capitale, infatti, oggi Re Felipe ha incontrato oggi al Quirinale il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e la figlia Laura, per un incontro “di grandissima importanza per il momento storico che attraversa l’Unione europea e la comunità internazionale, ma la solidità copre tutti gli aspetti delle straordinarie relazioni che ci sono tra Italia e Spagna”, ha detto durante il ricevimento dei sovrani iberici, i capo dello Stato.

Poi Filippo e Letizia sono stati ricevuti dalla premier Giorgia Meloni per una colazione e, questa sera, saranno di nuovo al Quirinale per la cena istituzionale.

Chi ha temuto per il rombo che è stato avvertito a Fiumicino è avvisato. Perché, con ogni probabilità, i jet militari torneranno a volare nei pressi dello scalo in occasione del volo programmato per il rientro del sovrano a Madrid.

Tutt’altra cosa rispetto a quando, il 10 novembre scorso, il boato udito nei pressi dell’aeroporto era stato provocato dalla probabile collisione con uno stormo di grossi uccelli (c.d. bird strike) di un Boeing 787-9 Dreamliner della compagnia cinese Hainan Airlines Hainan, costretto dall’avaria di uno dei motori a un atterraggio di emergenza nello stesso aeroporto da cui era decollato poco prima.

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