La cura della depressione giovanile, secondo lo psicologo clinico Vito Giannini, deve tenere conto di un'analisi del contesto familiare
Il 70% degli adolescenti di Ostia è a rischio depressione ed è fondamentale che le famiglie ne prendano coscienza e si attivino per prevenire il ripetersi di schemi patologici che contribuiscono al malessere giovanile.
L’allarme è stato lanciato dal professor Vito Giannini, psicologo clinico e presidente della fondazione “Gold Millennium” che ha preso parte a un convegno sul vero “mostro da sconfiggere”, organizzato presso il Polo Natatorio dall’associazione F.T.S. (Futuro Tradizione Storia) molto attiva sul litorale.
Il tema è tornato prepotentemente di attualità dopo il decesso del dodicenne che frequentava la Scuola Svizzera di Roma, in via Nomentana, precipitato da un palazzo al Collatino e morto in ospedale per cause ancora in corso di accertamento da parte della Procura che sulla vicenda ha aperto un’inchiesta.
“Lo spettro delle dinamiche depressive -avverte Giannini- è spesso frutto di problemi insiti all’interno delle famiglie e delle dinamiche cui le stesse fanno riferimento. Dobbiamo imparare a confrontarci con una generazione post narcisistica caratterizzata da un vuoto identitario”.
“Molti adolescenti che appartengono a una fascia di età ormai molto ampia che va dagli 11 ai 24 anni non sanno chi sono e cosa vogliono fare. Siamo abituati a pensare che l’iper attivismo cui vengono sottoposti sia diffuso ma a Ostia, per esempio, se ne vedono moltissimi che bighellonano tra Santa Monica e le zone del centro senza meta e spesso senza stimoli”.
“Ma alla radice delle dinamiche depressive che, stando alle statistiche ufficiali hanno colpito il 40% dei giovani nel periodo post Covid, ci sono proprio i nuclei familiari di provenienza. Sia che si tratti di un tipo di famiglia che si definisce ‘invischiata’ e cioè coinvolta ossessivamente nell’organizzare vita e interessi dei propri figli ma incapace di coglierne le attitudini interiori, sia che si tratti della famiglia ‘disimpegnata’ che, al contrario, non si interessa affatto di essi”.
Secondo le stime elaborate all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) entro il 2030 la patologia più diffusa tra gli adolescenti sarà proprio la depressione, che spesso si esprime attraverso una “sintomatologia subdola” in quanto non immediatamente riconoscibile come segno di sofferenza psicologica (per esempio l’assenteismo scolastico, l’aggressività, le fughe da casa o i disturbi della condotta).
Spesso a schiacciare chi non è adeguatamente strutturato è il contesto iper competitivo di una società che li vorrebbe tutti perfetti e capaci di esprimersi al massimo livello, soprattutto se si tratta di giovani appartenenti a famiglie di professionisti.
“L’unico modo per contrastare questa deriva -sottolinea Giannini- è la prevenzione che passa innanzitutto attraverso una presa di coscienza da parte delle famiglie della necessità di intraprendere un percorso terapeutico condiviso insieme ai propri figli. E che nei casi più gravi può anche comportare l’assunzione di farmaci prescritti dallo psichiatra all’adolescente che soffre di una forma depressiva conclamata”.
“Bisogna lavorare sui genitori e far comprendere loro che, per rompere la catena del disturbo depressivo occorre comunicare in modo efficace con l’adolescente e riuscire a comprendere esattamente ciò che sente. In tutto questo anche la scuola dovrebbe mettersi di più all’altezza della situazione facendo in modo che il personale docente sia formato in modo adeguato anche per intercettare eventuali problemi e segnalarli a chi è in grado di intervenire clinicamente”.
Il prezzo da pagare all’assenza di supporto affettivo è purtroppo molto alto. Nei casi più gravi la depressone si manifesta attraverso atti di autolesionismo, disturbi alimentari sino ad arrivare al suicidio, sia tentato per richiamare l’attenzione degli adulti oppure progettato con lo scopo di togliersi la vita.
“Se impariamo a lavorare sulla prevenzione -chiosa Giannini- dobbiamo innanzitutto concentrarci sul fatto che l’adolescente del 2024 è già diverso rispetto a dieci anni fa e che è spesso vittima di un rifiuto dell’autonomia che si riflette poi sulla sua crescita complessiva”.
Che il problema della depressione giovanile sia ormai sotto gli occhi di tutti lo si capisce anche dalle misure legislative introdotte negli ultimi anni da Governo e Parlamento. Il bonus psicologo da 500 euro è un possibile ausilio di riferimento, anche se le condizioni per ottenerlo riguardano famiglie con redditi relativamente bassi e l’importo è appena sufficiente a pagare le visite specialistiche per un limitato arco di tempo.
L’alternativa è di rivolgersi ai servizi garantiti dal Servizio Sanitario regionale e dal territorio come quelli di neuropsichiatria infantile o di tutela della salute mentale e riabilitazione dell’età evolutiva (Tsmree).
Il tema del “mostro da sconfiggere” è stato ampiamente trattato anche nel convegno organizzato a Ostia da F.T.S. e a cui hanno preso parte anche tantissimi ragazzi e ragazze interessati al tema.
“È stata una giornata fantastica segno, tra l’altro del fatto che facendo rete possiamo veramente combattere questo fenomeno con tutti gli attori coinvolti” ha affermato Matteo Sampieri, presidente di FTS.
“Non nascondo -ha aggiunto Davide Auciello vicepresidente della stessa associazione- che questo tema rappresenta una componente emotiva forte per noi che assistiamo con i nostri occhi agli effetti distruttivi della depressione nei nostri amici o coetanei in genere. Ma siamo carichi di pieni di speranza per tutti quei giovani a beneficio dei quali servono interventi tempestivi da parte delle istituzioni”.
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