E’ allarme veleno per animali domestici a Dragona, quartiere situato alle spalle del litorale romano. Il tam-tam è iniziato a circolare nelle ultime ore dopo il ritrovamento in un parco di polpette crude contenenti sostanze presumibilmente tossiche nascoste all’interno.
Allarme polpette avvelenate a Dragona, importante la tempestività nella somministrazione delle cure
Ritrovamento nei pressi dell’area di via Caiolo che ha scatenato la paura dei proprietari di cani che portano il loro Fido a passeggiare in zona magari senza guinzaglio.
I fatti sono stati oggetto di denuncia alle forze dell’ordine in attesa di eventuali ulteriori riscontri. Di certo la presenza di veleno in una zona frequentata anche da bambini costituisce motivo di seria preoccupazione.
Gli effetti di alcune sostanze utilizzate normalmente per uccidere topi o lumache sono devastanti e altamente pericolosi anche per gli animali a quattro zampe. Il veleno per le lumache contiene metaldeide e costituisce il classico esempio di avvelenamento accidentale sia in caso di ingestione, sia di semplice contatto con la sostanza e inizia a produrre sintomi nell’arco di un paio d’ore.
Le avvisaglie più comuni, per cane e gatto, sono in buona sostanza simili e comprendono salivazione, vomito, tremore, convulsioni e difficoltà di movimento. In questo caso l’unica cosa da fare è di recarsi presso un pronto soccorso veterinario. Stricnina e diserbanti sono purtroppo utilizzati con frequenza nei temuti bocconcini avvelenati che vengono, talvolta, abbandonati nei parchi, nei giardini o nei boschi.
Se il cane o il gatto ingeriscono veleno per topi l’intervento di soccorso deve essere altrettanto rapido. Il rodenticida, comunemente conosciuto come veleno per topi, è, infatti, studiato per intossicare il roditore in maniera lenta.
La morte avviene solitamente nel giro di 48/72 ore per dissanguamento. Il veleno contiene, infatti, una sostanza anticoagulante derivata del dicumarolo che altera il meccanismo di coagulazione del sangue e causa estese emorragie interne. Sul cane, questo veleno, ha gli stessi effetti ma proprio per la lentezza dell’azione potenzialmente letale ci sono buone possibilità di intervenire con successo.
Fermo restando che il trattamento veterinario è un passaggio ineludibile per salvare il proprio beniamino la prima cosa da fare è tentare di farlo vomitare somministrando acqua salata in abbondanza e mai latte. Se i rigurgiti non sono stati abbondanti o è passato troppo tempo dal momento dell’ingestione del veleno si può somministrare un integratore contenente vitamina K che è una sostanza antagonista della tossina liberamente disponibile in commercio. Ma tutto questo come trattamento transitorio propedeutico a un trattamento sanitario ad hoc.