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Scandalo a Rebibbia: dentista beccato con più smartphone, un giro d’affari da capogiro

Un nuovo scandalo scuote il carcere di Rebibbia. Ieri, martedì 3 dicembre, durante un controllo di routine, nella casa di reclusione di Rebibbia la polizia penitenziaria ha fatto una scoperta sconcertante: all’interno della borsa di un dentista romano, M.R. di 61 anni, sono stati trovati più smartphone nuovi, ancora sigillati. Pronti per essere consegnati ai detenuti.

Il dentista M.R., 61 anni, introduceva illegalmente cellulari nella casa di reclusione di Rebibbia: scoperto sul fatto

Secondo le prime indagini, il professionista – incaricato di far visita ai detenuti due volte a settimana – sembrava aver organizzato un vero e proprio business illegale. Su commissione di alcuni detenuti, introduceva di nascosto i cellulari all’interno del penitenziario che poi venivano rivenduti all’interno a prezzi esorbitanti con una integrazione di almeno 800 euro l’uno.

La denuncia del dentista getta nuova luce sulle intricate dinamiche che si possono nascondere all’interno delle mura carcerarie e solleva interrogativi sulla sicurezza all’interno degli istituti penitenziari ormai da troppo tempo al centro di traffici (vedi il caso del cappellano del carcere di Velletri scopertomentre introduceva droga e telefonini) e tentativi di rivolte (tra le più gravi quella con incendio appiccato a Regina Coeli).

La scoperta dei traffici del dsentista

L’ultimo fallo sulla sicurezza è stato tappato ieri durante un controllo da parte della polizia penitenziaria. Nella della borsa del dentista sono stati trovati tre smartphone nuovi, pronti per essere consegnati a uno o più detenuti di uno dei quattro istituti di Rebibbia.

Consegne su commissione

Secondo informazioni apprese da Canaledieci il dentista, un sessantenne romano, su commissione di alcuni detenuti forniva telefoni cellulari nuovi che venivano poi smerciati all’interno del carcere dagli stessi con sovrapprezzi anche di 800 euro.

Gli ‘hobby’ illegali

Visti gli ultimi fatti accaduti nel penitenziario dove dilagavano sui social svariati cortometraggi con luoghi detentivi ed in particolare modo ha fatto scalpore il TikTok con il video che riprendeva due detenuti che facevano un incontro di box, è probabile che all’interno dell’istituto ci sia un vero e proprio traffico di telefoni cellulari.

Per il professionista è scattata una denuncia penale specifica: introduzione e utilizzo di dispositivi in carcere. E la sua collaborazione con Rebibbia subito interrotta.

Nuova indagine

C’è anche un altro fronte dell’indagine su eventuali prestazioni mediche. Il segretario nazionale del Sindacato di polizia penitenziaria (SPP) Gianluca Garau già in passato aveva segnalato a seguito di numerosi ritrovamenti possibili traffici illegali di telefoni cellulari che venivano introdotti furtivamente da persone insospettabili all’interno del carcere, ma questa volta l’insospettabile è stato preso in fragranza dal personale di polizia penitenziaria.

Il sindacato esprime “plauso al personale di polizia penitenziaria che, mai smentendosi, con grande dedizione e senso del dovere, seppure in forte carenza di organico e costretto a turni massacranti oltre le 16 ore, non è nuovo a scoperte di oggetti non consentiti la cui detenzione è punibile penalmente”.