Oggi ricorrono i 10 anni dall’inizio di Mafia Capitale, Buzzi chiede un risarcimento di 20 milioni

Buzzi pronto a una azione per ottenere un risarcimento danni di 20 milioni di euro

Salvatore Buzzi

Mafia Capitale dieci anni dopo. Alla ricorrenza della retata che avrebbe dovuto portare alla decapitazione della mafia a Roma, e che non è stata riconosciuta tale, Salvatore Buzzi, ex ras delle coop – come era stato definito – batte cassa. Rivuole 20 milioni di euro, una parte di ristoro per il depauperamento della sua cooperativa che all’epoca contava 1.300 dipendenti.

Buzzi pronto a una azione per ottenere un risarcimento danni di 20 milioni di euro

Libero dal settembre 2023 – dopo un nuovo arresto ritenuto subito illegittimo – l’imprenditore romano dal passato turbolento, vuole essere risarcito. E lo fa con una azione legale assieme ad altri soci della coop simbolo, la 29 Giugno.

In quella fredda e piovosa mattina di dicembre – scrive Buzzi  – veniva arrestato tutto il gruppo dirigente della cooperativa 29 Giugno insieme a Massimo Carminati e alcuni suoi amici, oltre ad alcuni dirigenti di AMA e di Roma Capitale.

A giugno 2015 furono arrestati esponenti politici della destra e alcuni esponenti del PD della componente Bersani, mentre quelli di area renziana furono salvati.

Il clamore mediatico fu enorme, restammo sulla prima pagina dei giornali per oltre 40 giorni, fino alla strage di Charlie Hebdo a Parigi”.

Le cooperative sociali furono disarticolate e la cooperativa 29 Giugno con le sue consociate che contava 1300 dipendenti con un fatturato di 70 milioni e un patrimonio di 30 fu commissariata e affidata a tre Amministratori Giudiziari che – specifica Buzzi “con il modico compenso di 3 milioni di euro ciascuno sono riusciti a depauperarla in poco più di tre anni, riconsegnandola ai soci, nel 2018, in condizioni talmente disastrose, tanto da doverla mettere in liquidazione

L’azione per ottenere il risarcimento

Oggi – conclude Buzzi –  nella ricorrenza del decennale dell’inchiesta, 115 ex soci del gruppo 29 Giugno, ciascuno versando la propria quota, depositeranno, tramite i propri legali Nicola Santoro, Sonia Sommacal e Alessandro Tricoli presso il Tribunale civile di Roma l’atto di citazione in giudizio contro gli amministratori giudiziari delle cooperative, per far accertare la loro responsabilità per colpa grave e per chiedere la condanna degli stessi al risarcimento del danno subito pari a circa 20 milioni di euro.