Un'iniziativa popolare come quella del bonus asilo nido, si trasforma in un incubo burocratico. La protesta dei genitori e la replica della Regione Lazio
Un nuovo episodio di disservizi digitali ha coinvolto i cittadini italiani, questa volta in cerca del bonus asilo nido. Il sistema informatico dedicato alle domande, messo a disposizione dalla Regione, è andato in tilt quasi immediatamente a causa dell’elevato numero di richieste, lasciando migliaia di famiglie a bocca asciutta. Meno di 1800 gli utenti riusciti a inserire la propria domanda.
Il bonus asilo nido, un’iniziativa fortemente attesa dalle famiglie con figli piccoli, si è rivelata un vero e proprio flop a causa di un malfunzionamento del sistema informatico, la piattaforma E-family. Nonostante lo stanziamento di 4,8 milioni di euro, i fondi sono stati esauriti in pochissime ore, lasciando deluse e amareggiate numerose famiglie che non sono riuscite a presentare domanda.
Il problema principale è stato il sovraccarico del sistema informatico, che non è riuscito a gestire l’elevato numero di accessi contemporanei. Di conseguenza, molti utenti si sono trovati di fronte a una schermata bianca o a continui errori, impedendo loro di completare la procedura.
Le famiglie che hanno subito maggiori disagi sono state quelle che hanno provato ad accedere al sistema nei primi minuti dall’apertura. A causa del malfunzionamento, molte di loro sono state “buttate fuori” dalla piattaforma, perdendo così l’opportunità di presentare domanda. Ciò nonostante, sono stati ben 1.777 gli utenti che hanno presentato e completato la domanda digitale, con il risultato che in poche ore dall’apertura della piattaforma la dotazione finanziaria prevista è stata esaurita.
In una nota affidata ai social, il fisico e divulgatore scientifico Giorgio Sestili, si è fatto portatore della protesta dei genitori. “Non è la prima volta che accade – denuncia – Lo scorso anno, in circostanze identiche, ho dovuto attendere le 2 di notte per riuscire finalmente a completare la procedura. Ma ieri, nonostante i miei sforzi, non sono riuscito a presentare la domanda. Ho provato fino alle 19, poi ho dovuto staccare per un impegno lavorativo. Quando sono tornato alle 21:30, lo sportello era già stato chiuso con il seguente messaggio: ‘Lo sportello di presentazione delle domande per l’intervento Buoni servizi per l’infanzia è chiuso in ragione dell’esaurimento delle risorse finanziarie disponibili’. Come me, oltre il 90% delle famiglie del Lazio con figli al nido sono rimaste escluse, costrette a pagare rette che mediamente ammontano a 400 euro al mese per un servizio che, in un paese civile, dovrebbe essere garantito e gratuito”.
“Ci dicono che non facciamo figli – conclude Sestili – ma fanno di tutto per rendere la nostra genitorialità sempre più complicata. Perché il diritto all’educazione nella prima infanzia non può e non deve essere una lotteria”.
L’amministrazione regionale ha ammesso il problema, attribuendolo a un malfunzionamento del sistema informatico esterno. In una nota l’assessore all’Inclusione Sociale e ai Servizi alla persona della Regione Lazio, Massimiliano Maselli, evidenzia che “A causa di un malfunzionamento informatico, tempestivamente preso in carico e risolto dall’organismo intermedio responsabile dell’avviso, l’apertura è slittata alle ore 16.30 (rispetto alle ore 15,00 previste n.d.r.)”. “Anche quest’anno – ha proseguito Maselli – l’avviso è stato strutturato con modalità a sportello e come espressamente previsto dallo stesso avviso le domande potevano essere presentate fino all’esaurimento delle risorse disponibili. Così è stato. La Regione Lazio si, riserva comunque, di valutare un’altra edizione dell’avviso con stanziamento di ulteriori risorse”.