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Sensazionale ritrovamento archeologico: preziosi reperti etruschi recuperati dai Carabinieri della Tutela Patrimonio

I reperti archeologici etruschi sono stati ritrovati nel terreno di un imprenditore: l'uomo è indagato insieme a un complice 

Un’operazione dei Carabinieri della Sezione Archeologia del Comando Tutela Patrimonio Culturale, ha portato al recupero di un tesoro archeologico di inestimabile valore, frutto di scavi clandestini a Città della Pieve. Le indagini hanno permesso di individuare e sequestrare 8 urne litiche etrusche, due sarcofagi e un ricco corredo funerario, risalenti al III secolo a.C.

I reperti archeologici etruschi sono stati ritrovati nel terreno di un imprenditore: l’uomo è indagato insieme a un complice

In particolare, venivano individuate quali eventuali responsabili due persone, nei confronti delle quali si procede per i reati di furto e ricettazione di beni culturali.

Sono stati esposti in queste ore i reperti etruschi di inestimabile valore, sequestrati dai Carabinieri del Nucleo Operativo Tutela Patrimonio Culturale, al termine una complessa indagine che ha portato al recupero di questo tesoro nascosto, frutto di scavi clandestini condotti in un’area archeologica di grande rilevanza.

Le indagini partite dalla segnalazione di un mercato nero di reperti archeologici

Le indagini sono partite qualche mese fa, ad aprile 2024, quando una segnalazione anonima ai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, aveva informato della presenza di reperti archeologici sul mercato nero online, di cui, grazie alla collaborazione di un docente dell’Università di Roma Tor Vergata, gli investigatori sono riusciti a identificare le fotografie che mostravano, senza alcun dubbio, alcune urne cinerarie etrusche.

Nella foto uno dei due sarcofagi recuperati – canaledieci.it

Il recupero del tesoro

Attraverso un’attenta analisi dei dati e un’accurata ricerca d’archivio, i Carabinieri hanno così focalizzato la loro attenzione su un’area di Città della Pieve dove, nel 2015, era stato rinvenuto un ipogeo etrusco, per poi proseguire ad indagare sui terreni limitrofi, alla ricerca di altri possibili siti di scavo clandestino.

Grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate, tra cui droni e intercettazioni telefoniche, sono quindi riusciti a individuare il luogo esatto dove erano nascosti i reperti, e cioè un’area di proprietà di un imprenditore locale, che per la sua attività, aveva macchine capaci di movimentare il terreno.

E’ stato qui che a seguito di una perquisizione autorizzata dal GIP, sono state rinvenute e poste sotto sequestro ben 8 urne litiche etrusche, due sarcofagi e un ricco corredo funerario.
Particolare di uno dei reperti recuperati – canaledieci.it

La tomba a ipogeo apparteneva alla famiglia “PULFNA”

I reperti ritrovati che provengono da un unico contesto funerario, sono fortunatamente integri e in perfetto stato di conservazione, e presentano decorazioni di grande pregio artistico.

Le urne, in travertino bianco umbro, sono decorate in altorilievo con scene di vita quotidiana e mitologiche, con la raffigurazione del mito di Achille e Troilo, mentre i sarcofagi custodiscono i resti di importanti personaggi della società etrusca. La tomba a ipogeo, è riconducibile a una importante famiglia del luogo, i “PULFNA”.

Il corredo funerario include oggetti di uso quotidiano, come gioielli, vasi e un balsamario con ancora tracce di profumo, e strumenti musicali, che offrono una preziosa testimonianza delle usanze e delle credenze di questa antica civiltà. In uno specchio, è rappresentata l’antica divinizzazione di Roma e della lupa che allatta solo Romolo.

L’operazione di recupero dei manufatti etruschi, è considerata tra le più importanti mai realizzate durante un’azione investigativa con il valore aggiunto che consiste nel fatto che i reperti sequestrati, sono riferibili a un unico ipogeo. Il valore dei reperti recuperati, è stato quantificato per oltre 8 milioni di euro.

Particolare di un reperto recuperato – canaledieci.it

L’emozione del ritrovamento sui social

Riemersi dalla terra, rotto il sonno ultraterreno, erano destinati a chissà cosa e a finire nelle mani di chissà chi. Tornano invece. E ci guardano con questi occhi che hanno avuto il privilegio di una rivelazione. Attoniti e assertori, i loro sguardi raccontano. Storie passate, conficcate ora in questo nostro presente, riflesse per sempre negli specchi dell’antico corredo – commenta con emozione, la scrittrice e storica dell’arte Annalisa Venditti -. Quei riccioli all’altezza dell’orecchio poi, sono un dettaglio di vita, spettinata e sfuggente. Siete stati felici? Cosa amavate e vi faceva ridere?” – conclude.