Poliziotto in prova nella Casa di reclusione di Rebibbia viene schiaffeggiato e preso a testate da un detenuto, un collaboratore di giustizia italiano. Il poliziotto è stato medicato nell’infermeria del carcere, per il detenuto sono ancora attesi provvedimenti da parte del Dap, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
Il poliziotto in prova picchiato da un collaboratore di giustizia a Rebibbia. Aggressioni anche a Casal del Marmo
Secondo fonti interne al carcere l’aggressione al poliziotto, avvenuta l’altro ieri, martedì 12 novembre, è solo l’ultima di una serie di intimidazioni messe in atto dal collaboratore nel braccio dell’istituto dove altri detenuti di recente sono stati scoperti mentre con gli smartphone registravano per tiktok sfide di pugilato e allenamenti in cella.
Pochi giorni prima lo stesso collaboratore di giustizia ha tentato di sfilare le chiavi a due agenti della penitenziaria per aggredire il detenuto di un’altra cella: mossa sventata solo grazie alla reazione dei poliziotti. Ed ancora pochi giorni prima avrebbe massacrato con il piede di un tavolo un compagno di detenzione.
Tre fatti in pochi giorni che preoccupano il personale, costretto tra l’altro a turni di sedici ore consecutive per far fronte alla carenza del personale. Al momento dell’ultima aggressione era in servizio un solo ispettore.
Gianluca Garau, segretario per il Lazio dell’S.PP, il sindacato di Polizia Penitenziaria, è preoccupato. “Questi episodi di violenza fanno da contorno a una situazione paradossale: poco personale perlopiù abbandonato con turni di anche di 16 ore consecutive 7.30-23.40 e 15.30-07.40 del giorno dopo. Poliziotti costretti anche a massacranti turni di piantonamento in ospedale senza pranzo, cena o pausa caffè”.
Le condizioni in sezione – secondo il sindacalista – sono poi scadenti con arredamenti datati e rovinati. Alcune anche senza condizionatori ma con antiche stufe non conformi a legge.
Casal del Marmo senza pace
Momenti di panico e terribile violenza, anche nel carcere minorile di Casal del Marmo dove ieri un Sovrintendente capo intervenuto per sedare una lite tra detenuti è stato colpito più volte sul volto con un vassoio spezzato da uno dei contendenti.
A denunciarlo Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Il poliziotto ha rischiato di perdere un occhio”.
“Queste sono situazioni che destabilizzano l’ordine, la sicurezza e la serenità del personale operante. Pertanto, considerato quanto previsto dal protocollo in vigore, si rende indispensabile disporre il trasferimento degli aggressori in altro istituto penitenziario”, ha aggiunto il sindacalista.
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “è ora di rivedere completamente le politiche di gestione e di trattamento dei detenuti minorenni, tra i quali vi sono soggetti con profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e persino da adulti, fino a 25 anni di età, che continuano ad essere ristretti! La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il Sappe, è più complessa e problematica di quello che si immagina o si rappresenta in fortunate serie Tv”.