Roma, 22enne morta per la rinoplastica: la posizione dei medici rischia di aggravarsi

Disposta l'autopsia: il pm chiede di sapere se il centro era attrezzato per una eventuale emergenza

Per la morte della giovane sono indagati due medici, padre e figlio

Rischia di aggravarsi la posizione dei due medici, padre e figlio, indagati per la morte della 22enne siciliana Agata Margaret Spada deceduta durante un intervento di rinoplastica nell’ambulatorio del loro centro medico all’Eur.

Disposta l’autopsia: il pm chiede di sapere se il centro era attrezzato per una eventuale emergenza

Il pm titolare del fascicolo Erminio Amelio – che procede per omicidio colposo – affidando l’incarico per l’autopsia, che si svolgerà domani, 15 novembre, all’istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata, ha chiesto di appurare se i sanitari durante l’intervento di rinoplastica parziale si siano attenuti alle procedure e se abbiano seguito le linee guida o, in assenza di queste, se sono previste buone pratiche.

Con l’ausilio dei carabinieri del Nas il magistrato ha chiesto inoltre di accertare se la struttura era sicura e attrezzata per l’intervento e per gestire l’emergenza.

Nella struttura non sarebbe stato trovato alcun documento, cartella clinica, consenso informato ne’ registrazione, relativi all’intervento. Una altro punto cruciale dell’inchiesta appena avviata.

Il video del fidanzato

Intanto è agli atti un video di pochi secondi, girato nel centro medico, dal fidanzato che ha ripreso dalla porta il momento in cui i medici tentavano di rianimare la ragazza.

L’intervento, di rinoplastica parziale, sarebbe costato poco meno di 3mila euro ed era stato prenotato in estate.

Secondo il racconto del ragazzo sentito dagli investigatori la giovane poco prima dell’intervento aveva mangiato mezzo panino e bevuto una bevanda analcolica.

Un intervento di 2.800 euro

All’interno del centro medico non sarebbe stata trovata la cartella clinica della ragazza né la registrazione dell’intervento, costato circa 2800 euro, e neanche il consenso informato.

L’ambulatorio era inoltre privo di insegna e ancora peggio, in seguito la misura di sequestro affissa sulla porta dai carabinieri è stata poi coperta con un cartellone che indica lavori in corso.

Gli investigatori hanno raccolto, però, la documentazione che riguarda il successivo ricovero ospedaliero di Margaret, arrivata al Sant’Eugenio il 4 novembre in condizioni disperate e morta tre giorni dopo.

Secondo quanto finora ricostruita la giovane sarebbe entrata in crisi respiratoria al momento dell’anestesia.