Il 68enne aveva iniziato un percorso di riabilitazione con i medici del CPO quando è sopraggiunto il malore e il ricovero al Grassi
E’ stata avviata in queste ore alla Procura della Repubblica, presso il Tribunale Ordinario di Roma, l’inchiesta per omicidio colposo nei confronti di tre medici di Ostia. Avrebbero somministrato della penicillina ad un paziente, poi deceduto all’Ospedale Grassi, a seguito di un presunto shock anafilattico.
Il paziente, Massimo Galli di 68 anni, si trovava ricoverato all’ospedale Giovan Battista Grassi di Ostia, quando la morte per un presunto shock anafilattico, è sopraggiunta, venerdì 1 novembre.
Era stato trasportato nel nosocomio lidense con urgenza, dopo un improvviso peggioramento delle sue condizioni cliniche all’interno del CPO di Ostia. Il centro paraplegici, lo stava seguendo per un’importante riabilitazione iniziata ad ottobre, e finalizzata a restituirgli l’uso delle gambe, dopo una terribile caduta in piscina, che gli aveva provocato un edema e una conseguente paralisi degli arti inferiori.
I risultati iniziavano a vedersi quando, il malore dell’uomo ha costretto i sanitari al suo ricovero nel nosocomio di Ostia, dov’è morto per un presunto shock anafilattico.
La Procura, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, ha ora disposto l’autopsia della salma al Policlinico di Tor Vergata, che servirà a chiarire se le cause del decesso siano quelle ipotizzate a seguito di un’iniezione di penicillina.
L’inchiesta è stata avviata dopo la denuncia dei famigliari del 68enne rimasti nel dolore, che ora vogliono giustizia per la perdita del loro caro.