Il 14 novembre 2024, a Roma, è scomparso il sociologo Franco Ferrarotti, uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento. Ferrarotti, che ha dedicato la sua vita allo studio della sociologia, è morto all’età di 98 anni, lasciando un segno indelebile nel panorama culturale e accademico del nostro paese.
Aveva 98 anni il padre della Sociologia italiana. Franco Ferrarotti aveva superato positivamente un recente intervento chirurgico
La notizia della sua morte è stata confermata dal professore emerito di Comunicazione Mario Morcellini, che lo ha ricordato come una figura di riferimento nell’ambito delle scienze sociali.
Chi era Franco Ferrarotti?
Nato a Palazzolo Vercellese il 7 aprile 1926, Ferrarotti ha trascorso gran parte della sua carriera accademica come professore ordinario di Sociologia all’Università La Sapienza di Roma, dove ha insegnato fino al 2002. Durante il suo lungo percorso universitario, Ferrarotti ha formato generazioni di sociologi, accademici e studenti, con un approccio che combinava teoria e analisi critica della realtà sociale.
Ferrarotti è stato anche un politico impegnato nel Movimento di Comunità, fondato da Giovanni Battista Riva, e ha ricoperto il ruolo di deputato nel Parlamento Italiano durante la terza legislatura. Questo impegno politico ha avuto una forte connessione con le sue riflessioni sociologiche, poiché Ferrarotti ha sempre cercato di applicare i concetti di giustizia sociale, partecipazione e comunità alle questioni politiche e sociali del suo tempo.
L’impatto della sociologia di Ferrarotti
Franco Ferrarotti è stato una delle figure più significative della sociologia italiana e internazionale. Tra i suoi principali ambiti di ricerca, la sociologia della comunicazione, la sociologia politica e la sociologia della cultura. Ferrarotti ha sempre posto l’accento sull’importanza delle relazioni sociali e sull’evoluzione delle strutture politiche e culturali. La sua riflessione sul concetto di comunità e sulle trasformazioni della società moderna ha influenzato anche le teorie sociologiche più recenti.
Autore di numerosi libri e articoli scientifici, ha contribuito in modo decisivo al rinnovamento della sociologia italiana nel secondo dopoguerra. Le sue opere hanno trattato temi come il cambiamento sociale, la partecipazione democratica, e le dinamiche di potere, contribuendo a una visione critica e profondamente analitica delle trasformazioni sociali del XX secolo.
La sua morte e l’eredità culturale
Franco Ferrarotti si è spento a Roma, dove pochi giorni prima era stato sottoposto a un intervento chirurgico, il cui esito sembrava inizialmente positivo. Nonostante le sue condizioni di salute siano peggiorate negli ultimi giorni, la sua morte ha sorpreso tutti coloro che lo avevano conosciuto, confermando, ancora una volta, la sua grande forza e resistenza intellettuale.
Il mondo accademico e la cultura italiana perdono una delle sue figure di punta. Ferrarotti ha dedicato tutta la sua vita alla riflessione sulle trasformazioni della società e alla critica delle sue contraddizioni. La sua morte segna la fine di un’epoca, ma il suo pensiero e la sua visione della sociologia continueranno a vivere attraverso i suoi scritti, i suoi insegnamenti e l’influenza che ha avuto su centinaia di studenti e colleghi.
La sua carriera, sia accademica che politica, rimane un punto di riferimento per chi vuole comprendere le dinamiche sociali e culturali dell’Italia contemporanea. Ferrarotti è stato una figura di spicco nel panorama sociologico internazionale, e la sua eredità intellettuale non verrà dimenticata.
Il commiato dell’Ais
In una nota l’Ais, l’Associazione Italiana Sociologia, così esprime il cordoglio degli associati: “Franco Ferrarotti è stato uno dei padri fondatori della sociologia italiana. È stato un maestro per molti sociologi e sociologhe. La sua straordinaria energia, visione, capacità di leggere in modo penetrante la società sono state un riferimento nazionale e internazionale. Mancherà a tutti e tutte noi.“.
La prefazione del volume “Fiumicino, tra cielo e mare”
Nel 1995 il professor Franco Ferrarotti, accettò l’invito della società editrice “Publidea” a scrivere la prefazione al volume “Fiumicino, tra cielo e mare” partecipando anche alla conferenza di presentazione voluta da quello che sarebbe diventato il sindaco della cittadina portuale, Giancarlo Bozzetto. Elogiando il senso di appartenenza al proprio territorio che si respirava in quell’epoca a Fiumicino, sottolineava “le ricerche condotte nella città di Fiumicino e la realizzazione di un testo come questo, è di grande rilevanza storica, documentale e, perciò, sociale“.