Ramunni vestito da frate francescano girava con due documenti falsi. L'ultima truffa in un ufficio postale. Il suo curriculum giudiziario lungo 29 pagine
Capatina a Roma di Stefano Ramunni, il re italiano della truffa. Vestito da frate francescano ha aperto un conto con un falso nome alle Poste di via Anastasio II per riscuotere un carnet di assegni. A spalleggiarlo un falso carabiniere dei Nas.
Barba incolta, quasi irriconoscibile, Ramunni era quasi riuscito in una delle sue imprese quando l’impiegato ha deciso di allertare la Polizia Postale
Per Ramunni che ha un curriculum giudiziario lungo 29 pagine è scattato l’arresto per fabbricazione di documenti falsi (anche validi per l’espatrio) false dichiarazioni a pubblico ufficiale per la sua identità, usurpazione di titolo e sostituzione di persona.
Nella sua lunga carriera – denunciata più volte dai servizi della Iene – Stefano Ramunni, ‘truffatore’ dichiarato, si è finto medico (con tanto di laurea in medicina falsa), sacerdote ( in genere a spasso con un finto disabile per ingannare meglio le persone), dietologo e persino funzionario dei servizi segreti.
Una volta anche per morto, raggirando anche il suo difensore dell’epoca e più procure. Per scampare ad alcuni processi infatti avrebbe prodotto un certificato di morte.
A Roma girava con una carta d’identità intestata a un certo Francesco V. e rilasciata dal Comune di Viggianello ma si presentava all’occorrenza anche come un certo Giuseppe L., un alto prelato in missione all’estero, tramite una patente di guida rilasciata da autorità svizzere. Solo che ai documenti (uno falso e l’altro rubato) aveva affisso la sua foto.
Ramunni ieri si è presentato allo sportello delle Poste con l’abito talare, così come aveva fatto nei giorni precedenti per disporre operazioni e richiedere un carnet di assegni dopo aver aperto un conto con falso nome. A spalleggiarlo un complice, falso carabiniere dei Nas con tanto di distintivo (per lui è scattata la denuncia in stato di libertà).
I poliziotti erano appostati in attesa che compisse l’ennesimo passo falso. Il riconoscimento infatti era avvenuto già comparando alcune registrazioni. A uno degli impiegati – ricordando uno dei servizi delle Iene – era parso di riconoscerlo così aveva attivato l’ufficio centrale della Security di Poste Italiane, che a sua volta ha richiesto l’intervento della Polizia Postale.
Ramunni in abito talare, collarino bianco e vistosa croce al collo, si è qualificato come un religioso della Città del Vaticano. Una volta scoperto per lui però sono scattate le manette.
Che sia un truffatore di mestiere in passato lo ha ammesso anche lui. Quante truffe ha commesso? Su domanda ha risposto: “Duecento, duecentocinquanta o trecento“, vantandosi di una impareggiabile competenza nel settore.
Oggi, 8 novembre, per Ramunni il processo per direttissima, si è concluso con la convalida dell’arresto e la disposizione degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
L’ultima scarcerazione dalla casa circondariale di Biella a febbraio di quest’anno, dove ha scontato un cumulo di pene. Dopodiché è stato denunciato all’autorità giudiziaria altre cinque volte ricevendo anche la misura del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno firmato dal Questore di Arezzo.