E’ stata disposta nei confronti della giudice della sezione Immigrazione del tribunale di Roma Silvia Albano, uno dei sei magistrati che si è occupata dei trattenimenti dei migranti in Albania e che ha denunciato di aver ricevuto minacce di morte proprio dopo i provvedimenti del 18 ottobre scorso che non hanno convalidato il trattenimento dei 12 richiedenti asilo portati in Albania.
La vigilanza della giudice disposta dopo la sua denuncia: per lei raffica di minacce di morte
La misura è stata decisa nel corso di un Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in prefettura a Roma. Si tratta di una vigilanza radiocollegata che prevede passaggi di pattuglie e non posti fissi con riferimento al luogo di lavoro e all’abitazione della giudice.
Le minacce
Albano, presidente di Magistratura democratica (dal novembre 2023) e componente dell’Associazione nazionale magistrati, nei giorni successivi alla decisione sui migranti in Albania era stata minacciata di morte e per questo aveva presentato denuncia alla Procura di Roma.
Minacce dirette: “Spero che ti sparino presto“, “Festeggeremo la tua morte“, ed ancora “Sarà un bel giorno quando ti uccideranno“, per concludere “Ti auguro un vestito di piombo“.
Minacce lanciate via social oppure ma anche recapitate direttamente sulla mail nominativa del ministero della Giustizia.
Le reazioni
“Quello che fortemente auspico è che si torni a un clima di rispetto del ruolo costituzionale della giurisdizione e che cessino questi ripetuti ingiustificati attacchi, anche personali, ai magistrati che la esercitano“, afferma il segretario generale dell’Anm, Salvatore Casciaro, in riferimento alla possibile ripresa dei trasferimenti in Albania dei migranti.
Solidarietà alla giudice arriva anche dal segretario di Più Europa Riccardo Magi: “Il fatto che sia stata disposta la vigilanza per la giudice Albano denota il brutto clima che si respira non solo nei confronti di chi difende lo stato di diritto, ma anche verso chi applica la legge.
I continui attacchi del governo alla magistratura quando non emette sentenze gradite a Palazzo Chigi, e il fatto che l’esecutivo e la maggioranza stiano producendo atti legislativi che di proposito scavalcano il diritto comunitario e sono palesemente in contrasto con le norme internazionali, dimostra come ci sia una strategia ben precisa per aprire uno scontro istituzionale tra poteri dello Stato”.