Nell'alta Valle dell'Aniene torna la Festa del Cornuto abbinata alla Sagra della rola: due giorni dedicati alla cucina di un tempo e alle burle
Un festa abbinata a una sagra dove a tenere banco sono le burle, le caldarroste e la cucina di un tempo. E dove darsi del cornuto scatena solo una risata. Da qui lo slogan affisso all’ingresso del paese: “Alla Rocca benvenuti voi grandissimi cornuti”
Nella vasta gamma degli eventi tradizionali del Lazio la Sagra della rola abbinata alla Festa del Cornuto ha un invincibile primato: è la più curiosa, dissacrante e divertente. Quindi la data non va dimenticata: sabato 9 e 10 novembre tutti a Rocca Canterano.
Una tradizione popolare considera che San Martino, che si festeggia l’11 novembre, sia anche il santo protettore dei mariti traditi, in altre parole cornuti.
Così a Rocca Canterano, borgo a 850 metri d’altezza nell’alta Valle dell’Aniene, nel fine settimana più vicino alla ricorrenza del Santo si celebrano due giorni a tema, la Festa del Cornuto abbinata alla sagra della rola.
Una festa tradizionale che – a partire dallo slogan di accoglienza srotolato in piazza che a pari merito dà del cornuto a tutti – promette un occasione goliardica e scherzosa per ricordare che ritrovarsi con le corna, persino grandi come quelle dei vichinghi, potrebbe capitare a chiunque. Quindi meglio sdrammatizzare e mangiarci sopra.
L’altro slogan infatti è ancora più esplicito: “Qui se magna”. “E bene”, andrebbe specificato.
A sdrammatizzare la questione corna e tradimenti un menu a tema, il vino novello e le caldarroste, ossia le role tant’è che la Sagra delle role fa da quasi quarant’anni da sfondo alla Festa del Cornuto.
Il piatto principale i cecamariti, altro piatto che ricorda il tema. Sono una sorta di fettuccine che vengono servite col sugo rosso o in alternativa con castagne e funghi e salsiccia. Ed ancora nel menu tradizionale fagioli con le cotiche; panino con la salsiccia o la cicoria (o con tutte e due), castagne, vino e caffè. Nella pizzetta e nei vicoli del paese stand per ogni piatto e gusto compresi i dolcetti con le nocciole, una vera squisitezza.
In piazza buon cibo, stand e ballate popolari. Poi, all’improvviso, l’apparizione del corteo dei “cornuti” che per i vicoli del paese calcano sulla testa corna di ogni genere e fattezza.
Issato a spalla su una speciale lettiga il “re dei cornuti” viene festeggiato e canzonato, mentre un poeta in groppa a un asino proclama filastrocche a tema.
Filastrocche riservate non solo al cornuto classico (quello tradito dalla propria amata) ma anche ai cornuti in via ideale, tanto che fioccano stoccate anche ai politici che della rettitudine non fanno un vanto.
Il programma dettagliato non è ancora stato svelato. Ma in genere la due giorni da tradizione si svolge così. Il sabato (che quest’anno cade il 9 novembre) stand aperti a pranzo e a cena, partenza corteo al calar del sole.
Domenica stand aperti a pranzo, partenza corteo nel pomeriggio, intorno alle 4 e mezza.
Una festa unica nel Lazio, anzi in Italia, da non perdere per la sua originalità ma anche perché Rocca Canterano merita una visita e i suoi piatti di essere gustati. A partire dai cecamariti fatti rigorosamente in casa dalle massaie del paese.
Nel piccolo borgo di Rocca Canterano ai cecamariti viene dedicata una sagra ad hoc. L’origine del nome si basa su dicerie rispolverate con la Festa del Cornuto.
Nascerebbe dall’idea delle donne (adultere) di ‘accecare’ i consorti con la preparazione di un piatto veloce gustoso per far felice e contento il marito (magari non assecondato, se non tradito).