La nomina di Paolo Orneli alla guida di Risorse per Roma arriva in una delicatissima fase della storia di Ostia
Paolo Orneli è il nuovo amministratore unico di “Risorse per Roma”, società in house del Campidoglio per la progettazione e la gestione dei grandi progetti della Capitale. E, tra questi, tra i più importanti e stringenti, ci sono gli atti legati alla “riqualificazione” di Ostia e quindi al futuro del mare di Roma.
Non c’è dubbio che Paolo Orneli sia stato scelto dall’amministrazione di sinistra per quanto di buono fatto in Regione Lazio come uomo di fiducia di Nicola Zingaretti (prima come presidente di Lazio Innova poi come Assessore allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Start-Up e Innovazione) ma la sua profonda conoscenza delle dinamiche politico-amministrative del litorale romano deve aver fatto da volano nella scelta di sindaco & Co. per il ruolo cucitogli su misura. Orneli è un politico misurato, dal profilo molto istituzionale ma anche abile mediatore nel turbine di correnti che agitano il Pd romano.
Paolo Orneli conosce bene Ostia, le complessità locali e gli attori che si muovono sul suo palcoscenico. Dal 2001 al 2006 èstato delegato del sindaco (Walter Veltroni) per il Litorale e dal 2006 al 2011 ha rivestito l’incarico di presidente del Municipio di Ostia (allora XIII Municipio). Nel 2012 fu protagonista di un singolare episodio finito sulle Iene per aver “simulato” di essere stato raggiunto da un calcione lanciato da un consigliere municipale durante il dibattito in aula sull’affidamento della gestione delle spiagge libere di Ostia.
Fin dai tempi del sindaco Ignazio Marino il Pd ha riservato a Risorse per Roma il ruolo di un’azienda in grado di mettere a terra i progetti ispirati dalla politica capitolina. Virginia Raggi ha proseguito su questa strada, affidandole per esempio il compito di progettare e appaltare la contestata pista ciclabile del lungomare di Ostia. E su questo filone si inserisce il futuro prossimo di Risorse per Roma come longa manus del Campidoglio nella gestione dell’enorme business che si sta per aprire su Ostia.
C’è, infatti, da aggiustare e ratificare il Pua (Piano di utilizzazione degli arenili) ovvero il piano regolatore delle spiagge dal quale dipenderanno le concessioni da assegnare con le aste imposte dall’attuazione della famigerata direttiva Bolkestein. E a Risorse per Roma è spettato il compito di progettare e mettere in atto le direttive della politica, così come dovrà adeguarsi ai correttivi che arriveranno probabilmente dalla Regione Lazio per la adozione del Pua. Peraltro, non va dimenticato che Orneli è stato l’ispiratore del Pua regionale varato sotto il regime Zingaretti per il quale si fissa in un minimo del 50% la quota da riservare alle spiagge libere rispetto alla costa disponibile in ciascun comune marittimo del Lazio. Ostia compresa.
Un atto, quello del Pua, approvato dal Comune di Roma con un confronto limitatissimo e discutibile con la città, nonostante rappresenti il futuro dell’industria turistica, unica speranza per le sorti economiche di Ostia.
Ancora più complesso (e ghiotto) l’affaire “Parco del mare” ovvero l’operazione da 40 milioni di euro (dei quali 23,9 appena stanziati) affidati dalla Comunità Europea per tramite della Regione Lazio, per ridisegnare il lungomare di Ostia. E, anche in questo caso, la gestione ne è stata affidata a Risorse per Roma. Paolo Orneli sarà in grado di mettere a segno con equilibrio istituzionale questi due appuntamenti epocali per Ostia, garantendo senza ideologie e preconcetti il giusto spazio all’impresa privata?