La casa di Santa Maria Goretti potrebbe rappresentare un terzo polo per i fedeli e per il turismo religioso
E’ una storia che ha sempre colpito quella di Santa Maria Goretti. Una storia terribile, di una bambina di appena 11 anni, morta a Nettuno nel 1902 dopo una tentata violenza, colpita per 14 volte con un punteruolo dal suo aguzzino, Alessandro Serenelli. All’epoca viveva con la famiglia alle Ferriere di Conca.
Ora arriva un appello, da Paliano, per salvare un’altra casa in cui Santa Maria Goretti aveva vissuto e che, invece, cade a pezzi.
La casa di Santa Maria Goretti va salvata. L’appello arriva da padre Antonio Coppola, superiore della Comunità dei padri passionisti e parroco di Santa Maria di Pugliano. La struttura, completamente fatiscente, potrebbe rappresentare un terzo polo in Italia dedicato alla Santa, dopo Corinaldo e Nettuno.
La casa si trova lontano dal centro di Paliano, nei pressi del vecchio ingresso della selva, lungo uno stradone. Oggi quella casa è tutta diroccata. Non ha più il tetto ed è invasa dalla vegetazione.
“In questa zona– spiega padre Coppola – una volta c’era il senatore Scelsi, che aveva comprato dei latifondi. La famiglia Goretti proveniva da Corinaldo, un paese della provincia di Ancona, e qui trovò la possibilità di lavorare. Si trasferirono papà Luigi, mamma Assunta, Marietta, così era chiamata all’epoca Santa Maria Goretti, e i fratelli. Il lavoro veniva svolto in mezzadria e alla famiglia venne data una casa, che resiste ancora al tempo ma è mezza diroccata. Il tetto non esiste più e la vegetazione in alcune parti ha preso il sopravvento. E’ composta da piano terra e primo piano ma non si po’ accedere perché la scala ha ceduto”.
Entrando nella casa di Santa Maria Goretti sulla destra si vede una cucina, a sinistra una mangiatoia. C’è anche un altro locale, probabilmente una sorta di deposito. Sopra, dove è impossibile salire, c’erano le stanze da letto.
“Lì ci abitava anche lo zio paterno Sante Goretti – spiega il parroco – Dopo un po’ arrivò la famiglia Serenelli, che si stabilirono nella zona e provenivano da Olevano. Gli Scelsi decisero che le due famiglie dovessero lavorare insieme. Qui non condivisero la casa, come avvenne invece alle Ferriere. Colle Gianturco è stato un periodo importante perché Marietta arrivò a 6 anni e vi rimase due anni e quattro mesi. In quel periodo iniziò a vivere i valori della vita sull’esempio dei genitori, semplici. Cuore e fede. Marietta qui apprese l’abc della fede cristiana che poi seppe esprimere alla grande alle Ferriere. E’ necessario valorizzare questo luogo di Paliano”.
La vita di Santa Maria Goretti è legata ai tre casali di Corinaldo, Ferriere e, appunto, Paliano. Il primo è diventato un museo ed è arredato con mobilio di quel tempo. Il secondo è stato acquistato dai padri passionisti ed è visitabile. “Manca all’appello il casale di Colle Gianturco –prosegue padre Coppola – che però rappresenta un periodo determinante nella vita di Marietta. Il Comune alcuni anni fa è riuscito a comprare parte delle case”. Purtroppo gli interventi sull’abitazione di Santa Maria Goretti ancora non sono stati effettuati e la casa continua ad andare in malora.
“Quando sono arrivato qui da Nettuno, cinque anni e mezzo fa – spiega padre Coppola – la cappellina che si trova vicino alla casa era ancora ben messa, ora il tetto è quasi tutto crollato. All’epoca la casa già non aveva il tetto ed era messa male. Facciamo solo un po’ di pulizia. Vicino alla casa svolgiamo delle celebrazioni e ogni mese, quando il tempo lo permette, celebro l’Eucarestia. Questo tiene vivo il ricordo di Santa Maria Goretti ma è una goccia”.
L’appello del parroco, dei fedeli e della comunità locale, è rivolto alle istituzioni del posto e a quelle regionali affinché se ne facciano finalmente carico per trasformare la casa in un luogo di fede e di interesse per il turismo religioso.
“Coloro che vanno a Nettuno – conclude il parroco – potrebbero passare anche a Paliano.
C’è la necessità di mettere in sicurezza la struttura per evitare che vada a deperire ulteriormente e, in un secondo passo, restaurarla per renderla fruibile, anche con il rifacimento del tetto”.