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A Ostia e Infernetto denunce sul degrado dei cassonetti per abiti usati (VIDEO)

Al centro della protesta l’uso incivile e la gestione discutibile del sistema di raccolta degli indumenti negli appositi cassonetti

“Disservizi Ama”. E’ il nome della chat di quartiere costituita su Whattsapp da un gruppo un centinaio di abitanti dell’infernetto che, con cadenza pressoché quotidiana, si scambiano messaggi e video per poi bombardare di segnalazioni l’azienda municipalizzata ogni volta che qualcosa nella raccolta dei rifiuti o in quella dei cassonetti per abiti usati non funziona.

Al centro della protesta l’uso incivile e la gestione discutibile del sistema di raccolta degli indumenti negli appositi cassonetti

A essere messo sotto accusa in questa fase è, in particolare, il sistema di recupero dei vestiti e degli accessori di abbigliamento attraverso i cassonetti gialli posizionati in varie parti dell’entroterra ma anche a Ostia dove ce n’è uno in pessime condizioni nelle vicinanze della stazione Lido Centro.

La scena che si presenta agli occhi di assiste a uno spettacolo davvero indecoroso è sempre la stessa. Stuoli di camice, pantaloni, golf, scarpe e quant’altro sparsi per terra e per la maggior parte resi ancora più inservibili a causa del sudiciume e dell’umido che assorbono una volta gettati sull’asfalto alla rinfusa.

Cassonetto che vai scene di degrado che trovi nel quartiere residenziale adagiato alle porte del litorale.

In via Wolf Ferrari dove c’è un raccoglitore Ama ma anche in via Stradella dove ce n’è un altro stracolmo con tutti gli indumenti disseminati intorno.

Il viavai di persone è continuo. C’è chi, nonostante il cassonetto trabocchi fino all’orlo, abbandona ugualmente gli oggetti alla bell’ e meglio fuori dal contenitore e chi, invece, viene a rovistarci di proposito per trarne un vantaggio personale o in seconda battuta patrimoniale.

Uno dei cassonetti oggetto di denuncia in via Stradella all’Infernetto

Sembra che un quantitativo non indifferente degli oggetti che dovrebbero essere destinati ai bisognosi o alle associazioni di volontariato dopo opportuni lavaggi finiscano sulle bancarelle dei mercati ambulanti.

E’ una situazione indecente -osserva una delle iscritte alla chat- per il decoro e per l’immagine del quartiere e che dipende da due fattori. In primo luogo maleducazione delle persone che non usano i cassonetti in modo appropriato, abbandonando i sacchetti di vestiti anche quando li trovano pieni senza attenderne lo svuotamento, e in secondo luogo i tempi con cui Ama provvede alla raccolta”.

“Prima che si costituisse la nostra chat i passaggi avvenivano in modo saltuario, anche perché lo spazio dedicato alle segnalazioni sul sito aziendale praticamente non funzionava. Adesso che ci scambiamo privatamente le foto di quanto accade i passaggi avvengono con una certa rapidità. Ma il problema andrebbe risolto alla radice”.

Un altro raccoglitore posizionato in via Ermanno Wolf Ferrari nel quartiere residenziale alle porte del Lido di Roma

I residenti chiedono, infatti, che i punti di raccolta vengano concentrati in zone video sorvegliate o anche nei parcheggi privati dei supermercati e degli esercizi commerciali in cui il passaggio continuo di persone potrebbe costituire un deterrente alla depredazione e all’abbandono selvaggio di capi in mezzo a cui si trova di tutto, comprese scarpe ed articoli ormai da buttare.

Informalmente Ama si sarebbe detta disponibile a valutare la proposta di spostare in zone più confacenti e controllabili i raccoglitori. “Speriamo che mantenga le promesse”, osserva la residente che preferisce restare anonima.