Drogato, addormentato e trovato morto in casa dai suoi familiari preoccupati perché il pensionato 68enne non rispondeva più alle loro chiamate. La scoperta del cadavere risale allo scorso 21 settembre ma, grazie a un’indagine da manuale, i carabinieri della Compagnia Trionfale sono riusciti a ricostruire l’esatta dinamica degli eventi che hanno portato al decesso dell’uomo.
Morto dopo un incontro a luci rosse viene derubato da una 47enne che si faceva chiamare Patrizia
Le indagini sono scattate a seguito della scomparsa dall’abitazione del 68enne, in via Marcello Palmisano, di un telefono iphone e di bancomat e carte di credito che risultavano essere state utilizzate per effettuare acquisti e prelievi per una somma di circa 8mila euro.
I militari, insospettiti dalle modalità del furto hanno iniziato a passare al setaccio smartphone, computer portatili e immagini video registrate durante quello che doveva essere stato un ultimo incontro a luci rosse.
Le riprese mostravano, infatti, il pensionato pranzare in compagnia di una donna che, a sua insaputa, gli aveva disciolto una sostanza evidentemente narcotizzante in un bicchiere di vino, per poi iniziare a frugare nei cassetti e tra gli effetti personali dell’uomo dopo che lo stesso si era assopito.
Chiarita la concatenazione di fatti che hanno preceduto il decesso dell’uomo gli inquirenti hanno cercato di risalire all’identità della donna. Tracciando le ricerche effettuate dal 68enne sui siti di incontri piccanti sono riusciti a identificare la persona che lo aveva adescato e visto vivo per l’ultima volta e, dopo averlo inerme, gli aveva sottratto cellulare e le carte di credito poi utilizzate per derubarlo.
La donna, che si faceva chiamare “Patrizia” è una 47enne di origini dominicane che è stata arrestata dai militari dell’Arma su disposizione della Procura della Repubblica di Roma e che dovrà rispondere dell’accusa di rapina aggravata e indebito utilizzo di carte di credito.
Restano da chiarire le sue eventuali responsabilità nella morte del pensionato. Un quadro probatorio che potrebbe portare a un aggravamento della sua posizione sulla base dei risultati dell’autopsia disposta sul cadavere della vittima. Esame reso possibile dalla tempestività con cui i carabinieri sono riusciti a ottenere il sequestro della salma poco prima che venisse cremata, cancellando così la possibilità di verificare con quale sostanza l’uomo fosse stato drogato.
E’ opportuno ricordare che qualsiasi persona, denunciata, fermata, arrestata, indiziata di reato oppure indagata in ogni stato e grado del procedimento penale deve essere considerata innocente sino alla pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.