In acqua, sul surf, gli amici di Fabio ne hanno celebrato il rito di addio
L’ultimo saluto lo ha ricevuto dai suoi amici in mare. Tutti seduti in cerchio sulle loro tavole da surf con un rito preso in prestito da quelli praticati nelle Hawaii o in Polinesia per dare l’ultimo addio all’urna che si allontana nel gioco delle correnti. Fabio Nardi se n’è andato a 46 anni per una malattia subdola che lo ha colpito nel pieno delle sue forze.
Faceva il pizzaiolo e, insieme ad altri soci aveva aperto Il Campione, a Fiumicino. Un nome che si abbinava alla sua passione sportiva più grande, surfare.
Lasciare andare il surf sfruttando i venti dominanti che alzano i cavalloni di certe giornate da “Un mercoledì da leoni” sul litorale di Ostia. Ma anche sulle onde cercate negli oceani lontani, insieme a Barbara, la sua compagna inseparabile, la coetanea con cui si era fidanzato appena finite le scuole superiori, per poi mettere su famiglia e andare a vivere all’Infernetto. Non lontano da Ostia dove era nato e dove aveva iniziato a specializzarsi nel suo lavoro, ma soprattutto ad ascoltare il mare per poi perdersi nella sua immensità.
Erano gli Anni Novanta e Fabio, appena quindicenne insieme agli amici, esplorava le emozioni di uno sport davvero di nicchia. Meno famoso e anche meno praticato rispetto al windsurf, uno sport senza vela che, dallo stabilimento Picenum, poi diventato con il passare del tempo il V-Lounge, lo ha portato in Brasile, in Messico, in California. Per non dimenticare le spiagge più famose d’Europa sulla costa atlantica portoghese o, più a nord, quella francese di Biarritz una delle tante patrie del surf da onda.
Appena poteva Fabio scappava in spiaggia, sulla spinta di una disciplina che aveva conosciuto e iniziato ad amare sul litorale romano. Prendeva la pesantissima muta del padre alla continua ricerca di un nuovo equilibrio. Non esistevano i siti web commerciali, anche Decathlon era di là da venire. Era semplice voglia di avventura.
“Ti sei scelto lo sport più sfigato, gli dicevo -racconta Barbara- Ostia non è come la California dove tutti i giorni c’è l’onda naturale, ma lui non ha mai perso l’entusiasmo della prima ora e se c’era tra di noi qualche piccola discussione di mezzo c’era sempre e soltanto la sua tavola. Anche quando sono nati Claudia che ha 19 anni e si è appena diplomata al liceo linguistico e Simone che ne ha 14. Per il resto soltanto amore e tanta serenità anche con i nostri cani due meticci, di nome Ada e Gino e una gattina molto longeva che ha ormai 16 anni”.
“Abbiamo girato il mondo e vissuto in totale armonia per più di vent’anni, fino a quando è accaduto qualcosa di imprevedibile e che non c’è stata possibilità di controllare o di superare in alcun modo. Sapevamo che era una cosa grave, un carcinoma squamoso esterno ai polmoni e per questo inoperabile, che non ha dato sintomi respiratori ma solo dolori, purtroppo in una fase già troppo avanzata della malattia. Tantissimi esami fino a quando l’anno scorso è venuto fuori l’arcano”.
Ma anche in quel caso Fabio non ha perso la sua carica, il suo ottimismo e ai dottori chiedeva: ma quando posso tornare a fare surf e potrò in futuro continuare a praticarlo? Il suo ambiente naturale era l’acqua, continuava a sognarla tra un ciclo di chemio e uno di radioterapia e così è stato fino all’ultimo, al 7 febbraio dello scorso anno quando è uscito di casa per una recrudescenza dei sintomi e non è più tornato indietro.
Dal momento della sua scomparsa in poi i tantissimi amici di Fabio lo hanno voluto ricordare in varie occasioni. Una settimana dopo erano tutti al Wild un locale di Ostia Antica attrezzato anche per l’arrampicata sportiva dove è stato piantato un leccio in suo ricordo. Sino ad arrivare al 4 giugno scorso, quando in occasione di quello che sarebbe stato il suo compleanno, il V-Lounge si è trasformato in una spiaggia esotica, piena di corone di fiori appese al collo, di persone sorridenti.
“Una bella comunità anche fuori dal surf -prosegue Barbara- per un rito funebre durante il quale si spargono le ceneri in mare. Tutti in cerchio, anche i non surfisti, tenendosi per mano e al centro la tavola comprata in California, a un certo punto il gioco del vento e delle correnti ha chiuso quel cerchio, quasi perfetto, in un punto disegnando sull’acqua la forma di un cuore. Una cerimonia spontanea da parte degli amici delle persone che o conosceva e che non ci hanno mai fatto sentire soli”.
C’è un velo di trascendenza nelle origini probabilmente antiche di una formula così spontanea ed emozionante.
“E’ gente votata al sorriso, del resto di fronte a una cosa del genere a chi puoi dare la colpa? Certo adesso inizieranno le difficoltà anche perché io ho dovuto lasciare da tempo l’attività che svolgevo nel campo della bigiotteria e ci sono i ragazzi da far crescere. Anche Ostia surf si è data da fare per far trascorrere a Simone le vacanze estive sulla tavola, come se ci fosse ancora vicino il suo papà”.
“Ma sono anche molto legata al mondo dello Yoga e delle filosofie orientali e Fabio non si sarebbe mai buttato giù, aver vissuto tanto tempo con una persona che aveva tanto ottimismo mi ha insegnato molte cose”.
“Stiamo affrontando un trauma, ma il pensiero che lui abbia fatto tanto del bene in questa vita mi fa sentire meno il peso della sua assenza. Non ci sono rimpianti –conclude Barbara- quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto a tempo debito, c’è tanto dolore alternato ad altrettanta serenità che non so mai se riuscirò a spiegare. La vita ci ha portato tutto questo”.
Video di Mauro Pagliacci