Minacce e slogan inneggianti al Duce da parte di bande che hanno intimidito le attiviste antifasciste citofonandogli di notte
Raid notturni hanno caratterizzato, in questi ultimi giorni, il quartiere capitolino della Garbatella, dove bande organizzate di ragazzi hanno citofonato alle abitazioni di alcune attiviste per i diritti umani oltre che militanti antifasciste bersagliandole di minacce e insulti.
Le intimidazioni sono state organizzate in modo sistematico e con il favore della notte. In tutti i casi si è trattato di incursioni eseguite a ripetizione in cui gli organizzatori hanno dapprima minacciato chi rispondeva ai ripetuti squilli con frasi del tipo “Sappiamo chi sei, dove abiti e che sei antifascista”, per poi scatenare cori offensivi e slogan inneggianti al Duce.
La zona è già stata teatro di altri eventi simili ed è stata interessata, recentemente, da un attacco al centro sociale La Strada in cui alcuni giovani sono stati oggetto di violente aggressioni.
“Sono atti apparentemente innocui ma che testimoniano un clima intimidatorio grave che si avverte da un po’ di tempo”, scrivono in una nota le attiviste antifasciste della Rete NoBavaglio, sollecitando “una reazione e una vigilanza delle forze democratiche e antifasciste a tutela di tutte e di tutti” i cittadini.
Un clima di crescente intolleranza che accompagna quanto si sta verificando anche in altre nazioni europee, come per esempio, l’Austria dove al sovranismo recrudescente che ha inciso sui risultati elettorali si accompagna a un diffuso rigurgito di simpatia per il nazifascismo da parte di frange estremiste.
Tendenza che ha registrato un ulteriore balzo in avanti da quando il governo israeliano guidato da Netanyahu ha intensificato l’operazione militare di invasione della Striscia di Gaza, dopo l’ignobile attacco sferrato dai terroristi di Hamas il 7 ottobre dello scorso anno in Israele.
Operazione militare che ha portato alla perdita di decine di migliaia di vittime civili palestinesi, tra cui moltissimi bambini, uccisi nei bombardamenti israeliani e che è proseguita con l’invasione del sud del Libano segnato, tra l’altro, dall’attacco proditorio sferrato contro le postazioni della Nato.