Incontri di boxe rilanciati su TikTok, l'allarme dei sindacati sugli 'hobby' illegali
Incontri di boxe in carcere e sessioni di palestra per tenersi in forma. E poi le scene filmate rilanciate su TikTok per mostrare muscoli e sfide, a partire da quelle delle regole. La conferma che nella Casa Reclusione di Roma Rebibbia (nonostante i sequestri) entrano gli smartphone illegalmente arriva direttamente dai social.
E’ così che un gruppo di detenuti di Rebibbia – a cui ovviamente è rigorosamente vietato ogni contatto esterno con smartphone e tablet – si presenta direttamente in rete, incassando follower e complimenti. A lanciare l’allarme l’S.PP, il sindacato di Polizia Penitenziaria.
“Dalla Casa di Reclusione di Rebibbia impazziscono in rete le immagini riprese in carcere e pubblicate sui social che ritraggono detenuti che mettono in scena degli incontri boxe e sessioni di palestra con l’ausilio delle sbarre della sezione detentiva”, rivela il segretario nazionale per il Lazio Gianluca Garau.
Perché possibile? Lo spiega lo stesso Garau: “Quanto sembrerebbe si sia verificato accade poiché sui quattro piani detentivi manca la vigilanza del poliziotto che, per mancanza di personale, è collocata per lo più al piano terra del reparto dunque i ristretti vivono in “autogestione”.
“Negli ultimi tempi – aggiunge il sindacalista – sembrano siano stati numerosi i rinvenimenti di cellulari e di droga effettuati dalla Polizia Penitenziaria nel carcere di Rebibbia e di detenuti che paiono essere risultati positivi a sostanze stupefacenti”.
“Il sindacato S.PP. esprime plauso al personale penitenziario che, mai smentendosi, con grande dedizione e senso del dovere, seppure in forte carenza organica e costretto a turni massacranti, non è nuovo a scoperte di oggetti non consentiti la cui detenzione è punibile penalmente”.
Forti le parole del vice-segretario generale S.PP. Gina Rescigno che conclude: “Carcere circo, la casa di Reclusione di Rebibbia. Sebbene auspichiamo da tempo interventi seri e concreti, all’appello della Polizia Penitenziaria lo Stato è sempre assente.”
Di recente la procura di Roma ha concluso una indagine sempre sul carcere di Rebibbia dove un detenuto veniva servito di smartphone e birra.